I Miei Racconti






LA BUFERA


Faceva freddo. molto freddo, ci dovevano essere 2 0 3 gradi sotto zero. Ma quello che più dava fastidio era il vento, forte, che spirava dal nord. La ragazza, sorpresa dalla tormenta, si era fermata con la macchina, al riparo di un casolare, in aperta campagna. Si era fermata perché era spaventata: aveva visto un albero cadergli davanti alla macchina, poco prima, mentre cercava di raggiungere in fretta la propria casa. Le folate del vento erano tanto forti da sradicare grossi alberi che costeggiavano il viale che stava percorrendo. Era stata, per questo, costretta a fare marcia indietro e imboccare stradine e viottoli secondari...sino a quando si era persa. Si era fatto buio, il vento non accennava a diminuire e temeva anche per la sua incolumità, per questo si era messa al riparo di un casolare diroccato e temeva per qualche mattone .... volante. Non poteva fare altro, guidare l’auto era difficile perché a volte le sembrava che fosse sollevata dal vento. Era disperata ma cercava di non farsi prendere dal panico, lì, da sola, al buio, in mezzo ad una campagna desolata, in balia della tormenta. Pensava ai suoi a casa che certamente erano in pena per lei, perché non la vedevano tornare. Era uscita dal lavoro alle diciotto circa, come sempre, ed entro le diciannove era sempre a casa, adesso erano le 21 e non aveva la minima idea di dove si trovasse. Cercò di tranquillarsi, di calmare i battiti del cuore con la respirazione, lenta e cadenzata, forzatamente regolare. Per rincuorarsi cercava di pensare alle cose positive di quella sua situazione: trovarsi in macchina, protetta dalle raffiche di vento e dal freddo pungente, che già all’interno si faceva sentire. Non osava pensare cosa avrebbe provato se fosse stata fuori... all’aperto. Di tanto in tanto guardava l’orologio... ormai erano le 22, spense la lucetta dell’auto per non scaricare le batterie. Le sembrò che il sibilare del vento fosse diminuito, abbassò un poco il finestrino e si sentì come schiaffeggiata da una mano gelata. Però la potenza del vento era diminuita. Nuvole nere coprivano la luna, era buio pesto.... cercò affannosamente nel cruscotto una torcia sperando che fosse lì e non nel portabagagli, sarebbe dovuta uscire dall’auto. No! Per fortuna la trovò e proiettando la luce d’intorno cercò di capire se, da qualche parte, ci fossero delle costruzioni, delle case... un paese... qualcosa che indicasse la presenza di altra gente. Nulla! Il lieve raggio di luce si infrangeva contro un mare nero e desolante. Non si perse d’animo, mentalmente rifece il percorso compiuto, fece retromarcia e lentamente ripercorse la strada che aveva già fatto. La luce dei fari le facevano compagnia, seguiva il sentiero, la stradina. Svoltò per un viottolo, sempre lentamente perché con il terreno ghiacciato le gomme non avevano una presa sicura. Non si rese conto per quanto tempo aveva guidato così, aggrappata al volante, con lo sguardo fisso per terra davanti al cofano dell’auto per seguire la stradina, quando fu costretta a frenare di colpo, stava per andare contro un portone di legno. A causa della frenata brusca, la macchina piroettò su se stessa ed andò a sbattere con la fiancata destra contro un muro. Per fortuna la botta non fu forte, e lei non ne aveva sofferto, la macchina sicuramente aveva avuto dei danni, certamente alla carrozzeria... sperava che le ruote non si fossero rovinate...... Aspettò alcuni minuti prima di muoversi, cercò di rimettere la macchina nel senso di marcia ma non ci riuscì, c’era qualcosa che gli impediva di sterzare...-” Dio ! fa che non sia successo qualcosa alle ruote.... ! “- Provò ancora, niente! Per non peggiorare la situazione decise di smettere. Suonò il clacson ripetutamente, forse qualcuno avrebbe sentito. Una due , tre volte a lungo......I Ormai disperava, quando vide apparire nel buio alla sua sinistra una striscia di luce gialla, una porta si era aperta! Finalmente! Vide la sagoma di un uomo robusto! Cercò di uscire dall’auto ed andare incontro all’uomo per chiedere soccorso, aprì la portiera con fatica a causa del vento che nel frattempo sembrava aver riacquistato il vigore primitivo, ma si sentì respingere all’interno come da una mano immensa . Per fortuna l’uomo le venne in aiuto, tirandola per un braccio e dopo, cingendola per la vita con un braccio muscoloso, la trasportò, quasi di peso all’interno della casa. La porta fu chiusa a fatica e puntellata con delle assi, finalmente la ragazza poté guardarsi intorno e ringraziare il suo soccorritore. Era un uomo che dimostrava circa quaranta anni, dal fisico massiccio ma non tozzo. Ciò che la colpì fu il suo collo, sembrava il tronco di un albero.. forte robusto dal quale si dipartiva un mento quadrato, volitivo ed un viso marcato dalla fatica, abbronzato.... e simpatico che le sorrideva. -“ Brutto tempo per andare in giro signorina...”- La ragazza solo allora si accorse che l’uomo non era solo, c’erano tre donne, una della sua stessa età e altre due più giovani... -“ la sua famiglia “- pensò e questo la rassicurò ancora di più. -“ Non andavo in giro, tornavo a casa dal lavoro, ma il viale che mi avrebbe condotta a casa era interrotto da alcuni alberi sradicati dal vento... e ho cercato di prendere un percorso alternativo. Mi sono persa, Io abito a Cavriago a pochi chilometri di distanza.. se potessi fare una telefonata per tranquillizzare i miei......”- -“Cavriago ?.... Ma bambina mia, si è proprio persa e di brutto anche.... qui siamo a quasi cento chilometri di distanza! Ma da quanto tempo è che gira in macchina? “- Era stata la moglie a rispondere con tono preoccupato e sincero. -“ Dalle sei di oggi pomeriggio”-. -“ Di ieri pomeriggio.. dovrebbe dire! “- Continuò l’uomo, la sua voce era in sintonia con il suo fisico, forte, bassa... incuteva rispetto e ad ascoltarla, dopo un po’ ci si sentiva sicuri... tranquilli -“ Sono le due di notte, non avrà cenato.....Moglie porta qualcosa per.....”-. -“ Caterina “- . -“ Per la signorina Caterina....con lo stomaco pieno si vedono le cose in modo meno drammatico. Purtroppo non può telefonare. Il nostro apparecchio è isolato da ieri sera. il vento avrà abbattuto anche la linea..... “- Caterina ringraziò ed accettò il ristoro che le offrivano, poi non mancò di annotare qualcosa di fuori posto. Erano le due di notte e quella famiglia, quattro persone, erano vestite di tutto punto, le donne ben pettinate, non sembravano aver indossato in fretta e furia qualcosa per aiutare un automobilista in panne, non sembravano essere stati svegliati all’improvviso. Questo fatto la incuriosì non poco e chissà perché le tolse un po’ di quella tranquillità che aveva provato quando era entrata in quella casa... L’uomo comprese forse gli interrogativi della ragazza ed intervenne : -“ Chiediamo scusa, siamo contadini, e certe volte scordiamo le buone maniere! Mi presento, io mi chiamo Mefisto, sa i miei erano patiti per l’opera lirica, lei è mia moglie Lucy e loro sono le nostre due figlie Nella e Dina. Questa notte è particolare, abbiamo degli ospiti di là... sa dobbiamo celebrare un matrimonio...”- -“ Un matrimonio ? Alle due di notte...!””- -“ Sa siamo contadini, tutti, anche i nostri invitati. Il giorno siamo impegnati con i campi e le bestie, loro hanno orari precisi. Di solito ci alziamo verso le quattro, le cinque di mattina per accudire i nostri... interessi, così abbiamo deciso di anticipare di un paio d’ore. Dopo la cerimonia.. andremo a lavorare. Anzi se vuol partecipare, ci farebbe cosa molto gradita! “- Caterina declinò l’invito adducendo come scusa le emozioni e la stanchezza accumulata in quella lunga giornata. -“ Papà.... potrebbe riposarsi nella nostra stanza, per un po’, tanto sino a stasera non ci serve più...”- Era Nella ad aver parlato con voce argentina e vivace. -“ Non ci avevo pensato “- riprese Mefisto -“ Signorina accetti, tanto sinché non fa giorno non è consigliabile uscire, vada a dormire, poi domani con mia moglie, cercherà un posto telefonico ed io le darò un occhio alla macchina prima di andare nei campi... sperando che non abbia subito dei danni gravi!”-. Nel frattempo era entrata la moglie con due piatti un bicchiere ed una bottiglia. Le figlie apparecchiarono velocemente il tavolo e Lucy poté posare un bel piatto con dentro una grossa coscia di pollo con patate ed un altro con un bel pezzo di formaggio, oltre ad una bottiglia di vino bianco ed il bicchiere. -“Ci deve scusare signorina, noi di solito mangiamo roba dei nostri campi, i prodotti delle nostre stalle...ma è tutta roba genuina.. sa ! “- Caterina ringraziò di cuore ed fece onore con entusiasmo a quanto gli era offerto. Bevve solo mezzo bicchiere di vino, aveva un sapore dolce.. ma forte, diverso da tutti quelli che aveva bevuto sino allora -“ Buono, che strano sapore! Che vino è .. come si chiama ? “- -“ Non ha nome, proviene direttamente dalle nostre vigne, in commercio non se ne trova.... è puro distillato di uva bianca, moscato, senza altre aggiunte! Pura spremuta di uva...fatta poi fermentare... beva , beva, le metterà buon umore e le farà fare buon sangue....”- -“ No grazie... di solito per pasto non ne bevo più di mezzo bicchiere. Però è buono.... lo dirò a mio padre.... forse verremo qualche giorno per prenderne un po’... faccia lei il prezzo !”- -“ Adesso vada a riposare signorina... che è stanca.... a queste cose penseremo quando sarà il caso .. con suo padre.....”- Caterina accettò il doppio invito.. per il letto e per il vino, accompagnata dalle ragazze, si recò nella loro stanza. Dina, la più giovane le porse un pigiama profumato di bucato e le indicò il suo letto al quale cambiò le lenzuola e le coperte. Caterina gradì queste attenzioni.... anche se fece qualche rimostranza per tanta premura. -“ Se vuoi puoi chiuderti a chiave, però fra un paio d’ore dovrò svegliarti per.... cambiarmi...sai non posso andare vestita così ad accudire le bestie. Sai ...oltre a mio padre, non ci sono altri uomini in casa....”- Sorrise arrossendo per l’implicita allusione -“ e lui ha la sua stanza... con mamma “- Ormai con il viso rosso fuoco scappò via ridendo... -” Scusala...è ancora troppo giovane, ha appena 18 anni: ha una fantasia sfrenata e non sa tenere a freno la lingua “- Nella le sorrideva, mentre le diceva queste cose. Doveva avere solo qualche anno in più di Dina, ma sembrava molto più matura...e materna. -“ Chiuditi pure a chiave....abbiamo degli ospiti... anche se non entreranno mai in casa. La cerimonia si terrà in un capannone isolato dalla casa. E i miei chiuderanno a chiave l’uscio di casa, non si sa mai! Ora spogliati e dormi.. che fra poche ore dovrai ... ricominciare! Ah un’altra cosa... il bagno privato è dietro quella porticina! ”- Se ne andò salutando con un sorriso . Caterina restò sola... in una stanza molto accogliente, con grandi armadi, due piccoli tavoli appoggiati alle pareti, due letti al centro.. delle tendine bianche alla finestra, un caldo parquet sotto i piedi... le pareti di una tinta rosa, dolce e calda, le porte di un bianco lucente con maniglie in ceramica. Molto, molto bello ed .. accogliente. Si avvicinò a quella d’ingresso e la chiuse a chiave, poi prese il pigiama e si recò in bagno. Roba di lusso.... doccia a parte, vasca con idromassaggio, una mensola di cristallo carica di sali da bagno..... un armadietto pieno di asciugamani puliti e due accappatoi....uno rosa ed uno bianco con delle iniziali ricamate sul petto N e D. Due consolle con ampi specchi ed armadietti laterali...e due sedie bianche.. imbottite....Caspita! Doveva essere remunerativo fare i contadini.....Che lusso! Decise di approfittare in pieno dell’ospitalità offertale, aprì i rubinetti della vasca...si spogliò completamente e si immerse con voluttà in quell’acqua ribollente dei flussi dell’idromassaggio e profumata di sali da bagno....Ah che bello... ci voleva proprio dopo una giornata come quella. Il bagno cancellò tutte le sue paure e le sue preoccupazioni. Si asciugò i capelli e avvolta nell’accappatoio di Dina si sdraiò sul letto. Stava quasi per addormentarsi quando le vennero in mente le parole della ragazza “ Non posso andare nella stalla con questi vestiti...” Probabilmente anche Nella avrebbe avuto il bisogno di cambiarsi.. ma per.. educazione.. non l’aveva detto.... Si tolse l’accappatoio, che lasciò su una sedia vicino al letto, indossò il pigiama della ragazza e disattivò la serratura della porta.... diede un’occhiata al resto dell’appartamento, bellissimo! Arredato con buon gusto e con mobili di prima scelta. Si recò alla porta d’ingresso: chiusa a chiave dal di fuori e senza chiavi in vista! Rassicurata ritornò in camera, chiuse la porta.. non a chiave....si distese sul letto e in capo a pochi minuti si addormentò. In quello stesso momento, nel capannone addobbato per il... matrimonio, erano radunati una quarantina di persone, disposti a coppie, una dietro l’altra e tutte rivolte verso la parete di fondo, dove si trovava una specie di palcoscenico al quale si accedeva mediante dei gradini che si estendevano per tutta la sua lunghezza. Su questo palcoscenico era stato eretto un altare, grande, a forma di croce, con grossi candelieri ai quattro angoli. Le coppie erano vestite in modo strano: una delle due era vestita completamente di bianco e l’altra di nero. Il vestito consisteva in un grande mantello, chiuso sul davanti da numerosi bottoni dello stesso colore, a completamento, avevano tutti sul capo un cappuccio dello stesso colore che nascondeva tutta la testa.... Nell’insieme era proprio un bel colpo d’occhio: quattro file di 5 coppie, con i colori bianco e nero perfettamente alternati. Tutti in silenzio, sembravano attendere qualcosa o qualcuno..... che puntualmente arrivò. Le luci del capannone si attenuarono, lasciando in penombra gli spettatori,i sul palcoscenico invece si accentuarono. Entrò una figura incappucciata.. e con in dosso un mantello, il tutto color d’oro. Avanzò lentamente verso l’altare e vi si fermò davanti, di fronte agli spettatori.... che ammutolirono. La figura alzò le braccia, che uscirono nude da sotto il mantello e cominciò a parlare : -“ Confratelli... il grande momento è giunto “ - Ma era la voce di Lucy! -“ Questa notte il Padrone di tutti noi, il Signore del Mondo, il Magnifico, Satana l’Eccelso, ha scelto ..... DA SOLO.... la sua sposa..... Questo è un segno della Sua potenza ! Questo è il Segno che Egli è con noi..... Ha scelto la nostra Comunità per consumare il Suo Matrimonio manifestando il Suo Gradimento. Fra poco Le Ancelle di Satana passeranno fra voi senza la coccarda della Grande Scelta! Siate munifici con loro perché questa è una notte speciale.....Oggi si compierà il Disegno... il Grande Disegno! Parteciperemo tutti... TUTTI alla Grande Unione.....Tutti.....!”- Nel frattempo, le Ancelle di Satana, Dina e Lucy, incappucciate e mantellate in argento, passavano fra le coppie, aprendo il loro mantello. Gli incappucciati di colore nero, tutti uomini, ponevano l'obolo in una sacca di plastica trasparente, legata alla vita, che penzolava sul corpo, completamente nudo, delle ragazze! Quando ebbero terminato il giro, tornarono sul palcoscenico, facendo un cenno di assenso alla Gran Sacerdotessa... evidentemente il raccolto era stato abbondante! Ad un tratto si udirono dei rumori assordanti, come dei tuoni, le luci sul palcoscenico cominciarono a lampeggiare, lo spazio intorno all’altare si riempì di fumo mentre la Grande Sacerdotessa arretrava sino ad appoggiarsi alla parete di fondo. Poi indicando un ingresso laterale con il braccio teso gridò :-“ Inchinatevi al Principe delle Tenebre, a Satana, il Signore dell’Universo “- Comparve, con un salto atletico, un.... mantello di seta rossa sormontato da una testa di caprone con lunghe corna ricurve. Gli iscritti a quella setta, perché ovviamente di questo sui trattava, si inginocchiarono e restarono in attesa del....VERBO -“ Alzatevi o miei sudditi “- La voce era quella calma e virile di Mefisto, distorta e resa “sovrannaturale” da un apparecchio elettronico. Mefisto parlava in un piccolo microfono inserito nella maschera e la sua voce rimbombava da altoparlanti posti sotto l’altare, posto da dove il “Principe delle Tenebre “aveva l’accortezza di parlare. -“ Alzatevi! Questa notte festeggeremo il principio del mio potere...IL CAOS....Mescolatevi fra di voi! Le coppie fisse si dividano.... casualmente. Create il.... CAOS.... esso è POTERE..... in esso c’è il SUCCESSO “- In platea ci fu una grande confusione. Gli incappucciati si mescolarono tra loro, aiutati dalle Ancelle di Satana che, casualmente( ! ), avevano dimenticato di chiudere i loro mantelli! Dopo alcuni minuti Satana riprese a parlare. -“ Fermi! Ognuno abbia al suo fianco il suo opposto, il bianco abbia il nero...il nero abbia il bianco. ’ l’armonia della Disarmonia.....è il trionfo della promiscuità.... è il MIO VOLERE...è LA MIA POTENZA... ed ora che si avvicini la mia sposa ! Le Ancelle, sempre loro, spinsero verso l’altare una persona con un mantello ed un cappuccio rosa... -“ La MIA SPOSA..... !”- Le ancelle tolsero il mantello e il cappuccio alla “ sposa “ e tutti videro una giovane donna nuda... con lo sguardo perso nel vuoto, sicuramente sotto l’effetto di qualche droga. Altri non era che Caterina... “ SPOSA di SATANA “ suo malgrado. L’altare, d’improvviso, si mosse abbassandosi, rientrando in parte nel palcoscenico. Caterina vedeva davanti a se quello strano altare, con quattro candelieri, vedeva degli incappucciati davanti a lei, vedeva alla sua destra una maschera di capra con un mantello rosso e alla sua sinistra una persona tutta d’oro, compreso il cappuccio... Percepiva il suo corpo esposto, nudo, agli sguardi e alle voglie di tanta gente, ma non provava emozioni, le sembrava tutto naturale, le sembrava che tutto accadesse ad un’altra persona... non a lei... che osservava distaccata. Si sentì sollevare e depositare sull’altare a forma di croce... con braccia e gambe divaricate, fermate a degli anelli di acciaio. La Grande Sacerdotessa fece due passi avanti. -“ Ed ora mondiamo il corpo! Cancelliamo le impurità terrene!”-. Prese un sacchetto che era posto ai piedi dell’altare, vi immerse la mano e la estrasse con il pugno pieno di una sostanza bianca, che era comune sale da cucina raffinato e cominciò a cospargerlo vigorosamente sul corpo della ragazza... con entrambe le mani... soffermandosi in particolar modo sui seni e sul pube della ragazza. Mentre lo faceva si potevano sentire nitidamente i suoi gemiti di piacere. Ad un tratto, inebriata di lussuria si strappò di dosso il mantello, rimanendo nuda anche lei e dopo aver terminato con la ragazza, cominciò ad accarezzarsi in modo lascivo, provocando viva .emozione negli spettatori. Ad un tratto gridò -“ Che entrino i figli di SATANA ! “- Le Ancelle entrarono portando al guinzaglio due capre ciascuna, le portarono presso l’altare, dove i quattro animali cominciarono a leccare ......il sale. Caterina sottoposta a questa tortura sembrava essersi ripresa. Cominciò a lamentarsi prima lentamente, poi sempre più forte, specialmente quando le capre davano dei colpi col muso sulle sue parti più intime. Però alla fine cedette. Il continuo ...contatto con quelle lingue lunghe e rugose... la turbarono....e i suoi lamenti si tramutarono in gemiti di piacere......Fu il SEGNALE ! Le Ancelle tirarono via a forza gli animali portandoli via... -“ E’ IL MOMENTO “- Gridò “ SATANA”, gettando via il suo mantello e mostrando il corpo robusto e muscoloso coperto da un ridottissimo perizoma a cui era attaccato un enorme membro di legno....-“ E’ il momento MIEI SEGUACI che il matrimonio si consumi .... PER TUTTI....! I seguaci non vedevano l’ora ed, eccitati dallo spettacolo a cui avevano assistito si strapparono i mantelli e, conservando i cappucci, si buttarono gli uni sulle altre. Ebbe inizio un’orgia colossale. Corpi nudi magri, grassi, bassi, alti si rotolavano e copulavano fra di loro. Sul palcoscenico intanto, mentre Caterina si contorceva ancora fra gemiti di piacere, desiderosa di altre carezze.. SATANA si avvicinò al corpo disteso per continuare quello che le capre avevano iniziato. Si strappòi il perizoma e, dopo aver mostrato alla platea la sua virilità, dedicò tutte le sue attenzioni alla ragazza... più volte, mentre la Grande Sacerdotessa gli accarezzava e baciava le spalle, i glutei....., poi stanca di semplici carezze si tuffò fra i “confratelli “ cercando un po’ di refrigerio per i suoi sensi accaldati.... Lo trovò anche lei.. più volte e da ... bottiglie diverse. Quando il..... “ rito del matrimonio” ebbe termine, Mefisto, o meglio, SATANA, indossato il mantello, sempre con la testa di capra sulle spalle, urlò - “ Basta.... BASTA ! Avete avuto il privilegio di partecipare al mio MATRIMONIO... Vi ho concesso il privilegio di conoscere LA POTENZA del CAOS e del PIACERE che ESSO SA DISPENSARE....Adesso renderò ufficiale il mio MATRIMONIO con questa donna....le darò “ L’ANELLO DEL PIACERE SUBLIME “- Una Ancella gli portò un cofanetto dorato in cui c’era un grosso anello di ferro con ad un lato, mascherato, un timbro rotondo di gomma ed un tampone. Prese il grosso anello, l’intinse nell'inchiostro indelebile e si avvicinò al corpo della ragazza. Lo strofinò su Caterina, dalla testa ai piedi, girando intorno ai seni e soffermandosi sui capezzoli, riprovando il piacere di rivisitare l’interno delle sue cosce...poi ritornò sul pube e, fra il ventre e la peluria scura, impresse con forza la parte gommosa dell'anello, urlando -“ Ora sei la SPOSA DI SATANA... questo segno ti indicherà come la sua prediletta... ”LA PREDILETTA DI SATANA” . Caterina vedeva tutto e sentiva tutto, aveva perso la propria volontà ma avvertiva le emozioni, le sollecitazioni sessuali. Aveva vissuto dapprima con raccapriccio, ma poi con piacere quello che gli era capitato...aveva goduto .. il contatto degli animali... aveva provato dei fremiti sotto le carezze della Grande Sacerdotessa.... aveva raggiunto il massimo del piacere quando era intervenuto...SATANA...e avrebbe voluto che la cosa continuasse. I quattro amplessi non gli erano bastati, se non fosse stata legata, sicuramente si sarebbe unita a quell’ammasso di corpi nudi distesi per terra, cercando altro piacere. Caterina insomma era in uno stato di ebbrezza, era euforica, non aveva mai provato certe sensazioni! Ad un tratto si sentì chiamare. -“Signorina.... Signorina.... si svegli.... è tardi.... sono le dieci....Signorina.. si svegli.....c’è suo padre..... “- Era la voce di Lucy. Finalmente, piena di un piacevole languore, aprì gli occhi e si trovò nella stanza delle ragazze, con indosso il pigiama di Dina, sentì sul suo corpo il profumo dei sali da bagno. Ricordava tutto! Si guardò intorno, il viso di suo padre, del suo ragazzo e di Lucy sorridenti... rassicuranti....”- -“ Sa dormiva così bene.. che mi dispiaceva svegliarla. Il telefono è stato riattivato e nella borsetta ho trovato il suo numero di casa e mi sono permessa di chiamare. Oggi è una bella giornata.... può tornare a casa con la sua macchina. Il motore non è rotto... Signorina...”-. Un sogno! Possibile che fosse stato un sogno... ? Scrutò il viso gioviale e sincero della donna..... -“Grande Sacerdotessa....ma figuriamoci ! Dovevo proprio essere stravolta stanotte..... e poi Dina che era arrossita così violentemente per .. la chiave della porta, mostrarsi nuda a tanti uomini, partecipare all’orgia! Mamma mia che sogno! Sembrava proprio tutto vero..... Il suo silenzio preoccupò i suoi uomini...il padre ed il ragazzo che guardò con occhio diverso, più critico... con lui non aveva mai provato certe... sensazioni! Ma via ...era stato un sogno ! -“ Sto bene, non vi preoccupate, solo che questo letto è molto comodo ed io ero troppo stanca e spaventata ! “- -“ Signorina i suoi vestiti, la sua biancheria, erano sporchi e li ho lavati, ma non sono ancora asciutti. Ho detto a suo padre di portare qualcosa....ma non ha portato la biancheria.... se vuole può indossare quelle di una delle mie figlie, altrimenti può tenere indosso il pigiama. Sotto il maglione e i pantaloni che ha portato suo padre, non si noteranno. Me lo farà riavere con suo padre, quando verrà a prendere il vino... sa, quello che le piaceva tanto.. !”- Ad un tratto, senza una ragione apparente, volle fuggire da quella casa. Solo adesso il raccapriccio, il terrore che aveva provato ...nel sogno, venne a galla e, se anche solo un sogno, era legato a quei posti a quelle persone... a quei visi...! -“ Farò così, grazie il pigiama ve lo riporterà papà... adesso vorrei vestirmi.....”- Uscirono tutti dalla stanza e lei si chiuse dentro... Sentì ancora il profumo dei sali da bagno sulla sua pelle. Guardò i polsi e le caviglie per cercare i segni di legacci, qualche piccolo graffio. Niente... eppure ricordava il dolore che sentiva quando, incatenata sulla croce, cercava di divincolarsi. Si tolse la giacca per cercare dei lividi sul costato sui seni, dovuti ai colpi infertagli dalle capre! Che male, che orrore.... quelle lingue.... dappertutto, anche sul viso......e che puzza..... ! Si guardò le gambe, le cosce... niente, nessun graffio, nessun livido... nulla! Possibile che fosse stato un sogno ? Era stato troppo reale! Basta ! Evidentemente non aveva ancora assorbito la paura avuta in macchina, evidentemente il suo subconscio aveva scaricato così l’ansia della giornata. Basta! Non doveva pensarci più, le sarebbe passato...in fondo i sogni non fanno male...se si dimenticano! Finalmente a casa! Abbracciò la madre che aveva gli occhi rossi e gonfi...aveva pianto tutta la notte -“ Figlia mia “- Gli aveva detto il padre -” Sapessi che spavento ci hai fatto provare! “- Già..... ! Finalmente sola nella sua stanza, si tolse i vestiti, indossò un accappatoio, fece una bella doccia calda....sperando che portasse via tutto, anche i sogni. Si stava asciugando i capelli quando, riflesso nello specchio appannato, vide una macchia nera sul suo basso ventre, quasi sul ...pube...Pulì lo specchio, si guardò meglio...... -“ NOOOOO !”- Urlò disperata.....-” VERO... E’ STATO TUTTO VEROOOO ! “- Svenne! Sul suo ventre: un cerchio nero con all’interno la testa di un caprone...

FINE