I Miei Racconti






10 GIUGNO (Il capellone)


Portava a tracolla una sacca dai colori della squadra del cuore, con dentro un asciugamano, zoccoletti di legno, un pettine, una cuffia da mare di plastica, un berrettino di stoffa, un panino al formaggio. Aveva litigato con la madre… “.. Non stai mai in casa…. Cercati un lavoro piuttosto!”- La voce stridula aveva raggiunto toni molto alti ed isterici…. Il padre aveva rinunciato a discutere con lui, ma intervenne con voce rassegnata: ”- Dicci almeno dove vai e a che ora intendi tornare..! “- -“ Non mi aspettate per pranzo, vado al mare, al ‘porticciolo’ con gli amici. Ho duemila lire… sono ricco oggi. Non vi preoccupate troppo, vado a divertirmi… Ho ormai 15 anni… mi dovete dare spazio…e poi oggi fa un caldo..!”- Lasciò casa scendendo le scale di corsa, canticchiando. Lo aspettavano Mario e Franco, gli amici del cuore. Mario, Franco e lui Enzo, coetanei, formavano un bel trio molto affiatato. Avevano programmato una bella giornata al mare. Mario aveva assicurato che sarebbero venute anche le sorelle di 18 e 20 anni. Sarebbero state al centro delle loro attenzioni, quelle sue e di Franco di sicuro. Mario…. avrebbe trovato qualcosa in spiaggia…almeno così sperava… e poi c’era Mariuccia, la ragazza del chiosco che faceva gli occhi dolci a tutti i ragazzi, sperando nella loro distrazione mentre dava i resto! Erano quasi le nove, era in ritardo e rischiava di perdere la corsa della corriera. Corse verso la casa di Mario e vide che lo aspettava triste e sconsolato, all’angolo della strada.. e da solo! -“ Allora?”- -“ Sai non possiamo venire… i miei non hanno voluto che portassi le ragazze. C’è stata una discussione…e così hanno vietato anche a me d’uscire…”- -“ Ma come! Avevi garantito..!”- -“ Uffah .. Non ci posso fare niente io!” Intanto da un balcone del secondo piano si affacciò un uomo, suo padre: -” Non rompere più il c.. le mie figlie sono ragazze serie! Ed anche Mario è un bravo ragazzo…. Lasciali stare.. Cercati degli scioperati come te! Non farti più vedere da queste parti!”- -“ Solo perché porto i capelli lunghi non vuol dire che sia uno scioperato…. AGGIORNATI… matusa di un ...prevenuto!”- Urlò Enzo in risposta. Poi rivolto a Mario: -“ E tu non ti ribelli? Posso capire, ma non approvare, le ragazze, ma tu…! Non t’invidio proprio…! Comunque ci vediamo domani…!”- Riprese la sua corsa per passare da Franco. Abitava in un palazzo di lusso, col citofono. Di famiglia molto agiata, era quello che spesso finanziava i loro divertimenti, ma almeno oggi anche lui aveva qualche soldo! Tolte 500 lire per andare e tornare gli rimanevano ben 1500 lire… una pacchia. Si sarebbe potuto permettere anche di offrire un gelato ad una ragazza… se ne avesse trovata una! Leggeva sui rotocalchi di cose meravigliose, d’abitudini più.. disinvolte! Invece lì da loro, in provincia, se qualche ragazza osava indossare un ‘ due pezzi ‘ anche se castigatissimo, era tacciata d’essere ‘poco seria’. No, non faceva per lui quel mondo. Da grande, terminati gli studi, avrebbe salutato tutto e tutti e via verso il nord..! Sognava Milano... Torino, addirittura la Francia.. ma sapeva che quest'ultima alternativa era molto improbabile! Gli vennero in mente alcune foto delle spiagge di Rimini, Portofino… di Saint Tropez! Sospirò rassegnato. Erano altri posti, altra mentalità. Era un altro mondo! Finalmente giunse sotto il portone.. –“ Salve, sono Enzo, è pronto Franco?”- -“ Ci dispiace, ma Franco oggi ha altri impegni, non può venire con te!”- La voce, impersonale ma educata, della madre lo fece rimanere di stucco. -“ Ciao, scusami Enzo, sono Franco, avevo dimenticato che proprio oggi dovevamo andare dai nonni, sali che ne parliamo…”- Era l’amico che con voce strozzata cercava di dissimulare la delusione..”- -“ Tutti uguali!.. Parole, parole ma poi…. Non salgo! Sono già in ritardo per la corriera. Io ci vado al mare, io!”- Si allontanò infuriato mentre sentiva ancora gracchiare il citofono… Scuse… parole… Si, doveva proprio ammetterlo, non gli importava nulla di quello che pensavano di lui.. ma certe volte provava lo stesso un dolore acuto dentro, un risentimento forte, duro! Eppure era un bravo ragazzo.. non rubava.. non fumava di nascosto.. andava bene a scuola, promosso tutti gli anni, anche se aveva anche lì dei problemi con qualche professore bigotto, sempre a causa dei capelli che portava lunghi sulla spalla, puliti, più puliti di tanti altri…. Eppure non se li sarebbe tagliati… Non avevano nessun diritto di dirgli cosa fare ma soprattutto di giudicarlo…! La bella giornata radiosa si era rabbuiata nonostante il sole cominciasse a farsi sentire. Cosa fare? Tornare a casa? Mai! Che figura, dopo la discussione con i suoi! Andare a zonzo nella calura della città! No! Mare! Aveva deciso così e mare sarebbe stato! Anche da solo, anche senza l’allegria delle sorelle di Mario. E poi, non era mica detto… gli stessi capelli lunghi che sembravano allontanarlo da tutti, con alcune ragazze aveva l’effetto contrario… Si rammaricò di non aver preso con se la chitarra. In ogni caso gli rimaneva sempre Mariuccia, la ragazza del chiosco. Forse questa volta si sarebbe fatto irretire dai suoi begli occhi e dalla camicetta sapientemente sbottonata sino al punto giusto. Giocava al ‘ti vedo e non ti vedo’ la furba! Questa volta…! Gli tornò il buon umore e, ripensando agli occhi della ragazza, ma non solo a quelli, si avviò di corsa verso il capolinea delle corriere. -“ Ciao Mariuccia.” - -“ Ciao Enzo.”- Si fermò a guardarla. Si accorgeva solo adesso che era bella, molto bella! Aveva un corpo che dava un senso di .. morbidezza. Indossava la solita camicetta bianca un po’ sbottonata sul davanti, che faceva intravedere il costume rosso e scollato e dei pantaloncini molto aderenti che racchiudevano ben altri tesori. Mentre osservava questi particolari, si era fermato al banco a scambiare quattro chiacchiere con lei! La ragazza diceva di avere 19 anni, ma di sicuro ne aveva almeno un paio di meno. -“ Come mai da solo oggi! I tuoi amici ti hanno lasciato?”- -“ No, ho deciso che un po’ di riflessione, di solitudine, non mi avrebbe fatto male! Sai, sentivo il bisogno di stare con me stesso, per capire quello che cerco… quello che voglio… Riflettere lontano da distrazioni, da quella vita sociale che a volte ci opprime….”- Fu interrotto bruscamente dalla voce rabbiosa del padre: -“ Ehi tu, filosofo da strapazzo, al banco si viene solo per ordinare… altrimenti via… smamma… e stai lontano da Mariuccia.. che ha da fare, lei, non può permettersi una... ricerca interiore!”- Quest’ultima frase sembrava una lama tagliente! Mariuccia si allontanò di corsa verso il retro del chiosco ed Enzo credette di aver visto un lieve rossore sfiorale le guance. Ma allora..! Comunque pensò bene di non irritare l’uomo:-“ Avevo solo salutato e chiedevo se stamattina ci fossero delle meduse…. Quando verrò al banco, mi rivolgerò direttamente a lei…Va bene? Buona giornata!”- Si allontanò gongolando fra se e se per quello che credeva di aver intuito.. o almeno sperava che fosse così! La giornata, iniziata male, sembrava aver mutato radicalmente il suo evolversi! Così Enzo, padrone del mondo, si scelse un angolino comodo sulla spiaggia ancora deserta, dal quale potesse vedere il chiosco ed i suoi occupanti. Si spogliò e immediatamente si tuffò in acqua per togliersi di dosso il caldo del viaggio. Dopo una ventina di minuti si sdraiò sull'asciugamano e, ventre a terra, si lasciò riscaldare dai caldi raggi del sole. Aveva deciso di entrare in azione con la bella a mezzogiorno, quando il padre si sarebbe allontanato col furgoncino per portare via le bottiglie vuote e ritornare con i rifornimenti. Intanto sogguardava la gente che cominciava a frequentare quella spiaggia pubblica. Gli esemplari di sesso femminile, cui prestava particolare attenzione, lo delusero. Donne anziane o ragazzine, solo alcune ragazze con l’aria da santarelline, tutte "lasciami stare, non mi guardare che lo dico a mammà"...! Indossavano costumi interi tanto sgraziati da farle sembrare goffe. Costumi dai colori scuri con ricami colorati che volevano mettere in risalto il busto…Che gusti barbari! Lentamente si addormentò con negli occhi le foto delle ragazze in due pezzi, dai colori vivaci, di Portofino, d’Ischia, di S. Tropez… -“ Toh! Guarda chi si vede!”- Questa esclamazione e la punta di un piede che gli trafiggeva un fianco lo fecero svegliare. -“ Sei proprio tutto matto a dormire sotto questo sole! Meno male che ti sei coperto la testa.. Ma guarda come sono rosse le spalle!”- Enzo aprì gli occhi e cercò di sollevarsi voltandosi verso quella voce di donna. Fu bloccato da un bruciore violento al dorso. Poi sentì una mano che gli toccava lievemente la fronte. -“ Sei sicuro di star bene? Scotti da far paura!”- Intanto riuscì a vedere chi gli stava parlando, anche se gli sembrava una voce nota. Le prime cose che vide furono due caviglie snelle da cui si partivano dei polpacci affusolati che esplodevano in un tripudio di gambe. Non osò fissare più a lungo lo spettacolo che ora era all’altezza dei suoi occhi. Si era rialzato lentamente e finalmente mise a fuoco il viso della ragazza che gli stava sorridendo con un’aria di rimprovero. -“ Tina? Ciao, che sorpresa! Che ci fai qui?”- Era una sua cugina, molto chiacchierata in famiglia, a torto, riteneva lui. Si accorse della domanda stupida, ma non ebbe il tempo di correggersi. -“ Eccolo, Enzo, l’intellettuale della famiglia, il filosofo… il ribelle, che si perde in simili banalità… Sai, ero qui a fare un po’ di compere, e mi domandavo se era preferibile acquistare una pelliccia di visone o una semplice stola, sembra che quest’ultima, di questi tempi sia più chic!”- Il tono da snob fu addolcito da un sorriso radioso. –“ Piuttosto, sei conciato proprio male, sentirai stasera le spalle…! Hai una crema con te? No? Va bene oggi faccio la buona samaritana, ti presterò la mia, anzi ti aiuterò a spalmarla!”- -“ Scusami, ero ancora intontito, mi hai proprio sorpreso. Non ti preoccupare per me, si è vero la spalla mi brucia un po'. Adesso è meglio che mi rinfreschi in mare, mi ci vuole proprio, mi sembra di bollire… Poi se non hai cambiato idea, mi farò spalmare di crema protettiva.”- La guardò più attentamente, mentre lei armeggiava nella borsa a tracolla in cerca di un tubetto. Un bel corpo flessuoso, capelli scuri lunghi raccolti a ‘coda di cavallo’, appena abbronzata ed il solito costume intero di colore scuro, ma senza decorazioni. Però su di lei non stava male. Marta, la figlia di un suo zio, si faceva chiamare Tina, da Martina, perché il suo nome non le piaceva. Doveva avere 25, forse 28 anni ma lei ne dichiarava 23 … e se lo poteva permettere. In famiglia era ‘chiacchierata’ a causa di due fidanzamenti ‘ufficiali’ falliti. Si era ribellata al volere dei genitori che la volevano sposa ‘per non far parlare la gente’ anche se non andava più d’accordo con il ragazzo ed era andata a vivere da sola! -“ Sei stata fidanzata già un’altra volta prima… se anche adesso… chi ti piglia più”- gli urlavano. Lei invece non aveva voluto affrontare una vita d’inferno con un uomo che non amava più! Aveva fatto bene ad agire così! Lui era l’unico a pensarla in quel modo… ma lui era un ribelle.. ed era capellone….! -“ Si penso che prima mi rinfrescherò con una bella nuotata”- riprese quando la ragazza gli stava porgendo un tubetto colorato. -“ Sei da sola?”- -“Si e no! Sono con una mia amica e il suo fidanzato.. non voglio fare da terzo incomodo e pertanto cerco di lasciarli soli il più possibile. Poi sai, sono una barba! Non fanno altro che parlare di case, mobili… si devono sposare l’anno prossimo!”- -“Senti, se vuoi ti posso fare compagnia… almeno saremo in quattro… e non ti sentirai più di troppo.”- -“ Senti mi hai convinta, vado a dire che ho trovato degli amici e che mi fermo sino a stasera, loro, invece, devono rientrare presto. Tu non hai problemi d’orario, vero?”- Lo guardò quasi a sfidarlo, a soppesarlo. -“ No, dai vengo con te, così me li presenti.”- -“ No, stai qui, sai poi, in famiglia, quante ne direbbero? Non credo che noi due abbiamo la fortuna di godere della piena stima dei nostri!”- Tina non riuscì a nascondere, nonostante il sorriso, una nota di disappunto. -“ Va bene, come vuoi, ma fa presto che la spalla mi sta friggendo!”- Mezz’ora più tardi, dopo la crema solare ed una granita rinfrescante, stavano parlando tranquillamente all’ombra del chiosco. Tina si lasciò andare a delle confidenze sulla sua vita privata, mentre Enzo si sforzava di diventare più grande dei suoi quindici anni. -“ Non so proprio come mai mi sia lasciata andare in confidenze con te, Enzo “- Gli stava sussurrando Tina –“ forse perché in fondo siamo uguali… Sai, ho dovuto sopportare molte ‘interferenze’ dei miei quando lasciai il mio primo fidanzato…” – -“ Se non l’amavi più, hai fatto bene”- -“ No invece, l’amavo alla follia…”- -“ Ma allora..? “- -“ Enzo.. quanti anni hai? A già quindici, anche se ne dimostri di più, non so però se potresti capirmi… Voleva ‘la prova d’amore’… voleva tutto, capisci bene? Tutto, ed io non ho ceduto… così a incominciato a torturarmi con la sua richiesta ad ogni incontro… a farmi soffrire, perché io l’amavo e mi riusciva impossibile capire perché lui si comportasse in quel modo. Diceva di amarmi, ma mi faceva soffrire ogni giorno di più! Così ho imparato ad odiarlo, un pò alla volta. Odio ed amore.. una vita d’inferno! Piangevo se non telefonava, quando non si faceva vivo, di proposito, per lunghi giorni. L’odiavo quando stavamo insieme. Ricordo l’ultima sera che lo vidi. Ritornò ancora con insistenza sull’argomento, passando questa volta alle vie di fatto! Eravamo soli in casa mia, e mi stavo preparando per andare al cinema. Entrò in camera quando ancora non ero vestita e mi saltò addosso. Non so come feci… ma riuscii a respingerlo, lo picchiai con un appendiabiti… gli urlai tutto il mio orrore e il mio odio… Uscì di corsa, forse pentito, spero, di quello che aveva cercato di fare. Non lo vidi più!”- Tina tacque per alcuni istanti, ricacciando indietro il groppone che le aveva incrinato la voce. -“ Possibile che vuoi uomini, non capite quanto sia importante per noi donne… Scusami… ma ogni volta che ne parlo non capisco il suo comportamento!”- -“ Non ti amava veramente, altrimenti avrebbe rispettato i tuoi desideri.. il tuo pudore!”- -“Ne ho sofferto molto. Sono caduta in depressione. E’ stato il primo periodo nero della mia vita. Io lottavo da sola contro il mostro che si annidava in me senza il sostegno di nessuno. Anzi no, c’era solo la mia amica che cercava di aiutarmi come poteva. “- -“ E i tuoi?”- -“ Figurati! Da loro ho ricevuto solo rimproveri per aver fatto scappare ‘un buon partito”. Un ragazzo d’oro, serio, capace, positivo e con un buon posto fisso….Sapessi…..!”- -“ Senti, non ne parliamo più, ne soffri ancora..”- -“ No preferisco parlarne, sai non capita spesso trovare qualcuno che possa capire, credo che mi faccia bene…! Arriverà un giorno che riderò al ricordo! Alla fine, grazie anche alla mia amica, riuscii ad uscirne. Tre anni fa, mi presentò un uomo di 35 anni. Bel ragazzo! C’innamorammo e le mie tristezze passarono all’istante. Mi sembrava di vivere come su una nuvoletta rosa. Tutto era bello, tutto era soave. La felicità mi usciva dagli occhi, dai pori.. Ma era tutto troppo bello per essere vero! Dopo poco più di un anno stabilimmo la data di matrimonio! I nostri discorsi s’imperniavano sempre più sulla casa, sui mobili, sulla nostra futura famiglia. Mi sembrava un sogno! Non stavamo preparando niente…”perché è più bello costruire al momento, con calma e giorno dopo giorno il nostro nido d’amore, senza troppo anticipo… potrebbe capitarci qualche buona occasione!” diceva lui… ed io mi beavo delle sue parole, me lo bevevo con gli occhi.. m’immaginavo insieme a lui… e tutto il resto. Poi incominciò la solita solfa! Le solite richieste della maledettissima prova d’amore! “ Ma dai, mi diceva lui, che paura hai? Ci dobbiamo sposare, siamo una sola persona te ed io, perché aspettare, so che anche a te piacerebbe, anche tu sei pronta a farlo. Vedrai, sarà più bello fra noi, dopo!“ Anche quella volta mi negai, ma alla fine, dopo molti mesi, per paura di perderlo... cedetti! E fu la fine! Il suo atteggiamento cambiò improvvisamente, le sue visite cominciarono a diradarsi… sino a quando trovò una scusa banale per litigare e… non lo vidi più! Mi confidai con mia madre. Mai errore fu più grande! La parola più dolce che mi scaraventò addosso fu ‘svergognata’! Quella volta fui più forte, decisi di abbandonare tutti. Riuscii a trovare un buon lavoro e così potei andarmene da casa! Credo che saprai quante cose successero per questa mia scelta. Credo di essere stata sulla bocca di tutto il quartiere. Lo intuivo da come mi guardavano i ragazzi.. dalle loro frasi, dai loro inviti… espliciti! Fui costretta a cambiare appartamento, andando a vivere nella parte opposta della città! Inutile dire che tutte le mie amiche, o presunte tali, mi voltarono le spalle!”- Si fermò un attimo, fece un sospiro profondo, guardò Enzo negli occhi, e poi sorridendo, aggiunse –“ Beh! Dottore, che ne pensa, sono recuperabile o no?”- -“ Al tuo posto, avrei fatto le stesse cose! Hai fatto bene a decidere di vivere da sola!… Se ti può interessare, a suo tempo ho cercato di dire qualcosa in tua difesa, anche se non ero al corrente dei particolari… Forse però ti ho fatto più male che bene! Sai benissimo che non godo un’ottima reputazione.. in famiglia!”- -“ Lo so, lo so che una volta hai litigato con mia madre! Me lo ha detto… Ci ha messo sullo stesso piano! Sapessi che giudizi… che parole!”- -“ Me lo immagino! I miei si sono rassegnati, a modo loro mi vogliono bene, ma non approvano il mio modo di fare! Penso che se solo andassi male a scuola…!”- -“ Perché non mi parli di te? A volte tirar fuori i fantasmi che abbiamo dentro fa bene! Hai una ragazza?”- -“ No! Per lo meno non una fissa!”- -“ Immagino, ho visto come ti guardava Mariuccia! E che occhiata indagatrice mi ha lanciato! Sembra che io abbia invaso il suo territorio di caccia!”- -“ Mariuccia, ma che dici! Guarda tutti in quel modo, specialmente quanto si tratta di far pagare la consumazione… spera di distrarre qualche pollo e… guadagnare qualche lira lucrando sul resto!”- -“ Sarà, ma in quel momento tu stavi pagando al padre ed eri lontano, sapessi con che occhi sognanti ti guardava… Poi quando ha capito che ero in tua compagnia, mi ha fulminato, mi ha passato ai raggi ics. Se avesse potuto mi avrebbe fatto scomparire!”- -“ Si? Ti ringrazio della notizia, sai, stamattina, da solo avevo incominciato a parlare con lei, poi il padre ci ha interrotto! E’ un bel pezzo di ragazza e se dici che mi ha notato….!”- -“Sentilo il conquistatore! Se vuoi me ne vado .. così vai all’attacco della roccaforte! Però stai attento, a me sembra che quello sia il tipo di ragazza che ti può mettere nei pasticci! Non si accontenta dei bacini!”- Sogghignò vedendo il viso sorpreso ed un po’ imbarazzato del ragazzo. –“ Di un po’, ma sei stato mai con una donna? Intendo: hai mai fatto l’amore.. completo?”- -“… No, completo mai…. Ma so come… difendermi… ho sempre dei profilattici a portata di mano”- -“ Ma va! Non ci credo! Fai vedere!”- Così dicendo prese lo zainetto colorato di Enzo e cominciò a frugarci dentro. -“ Lì non troverai niente. Mica sono matto. Con tutti i controlli nascosti e non che mi fanno a casa… sai che casino se li scoprissero!”- -“ Ma allora?”- ”Li porto sempre con me.. addosso”- -“ Anche adesso…? Ma se hai solo il costume”- alle parole fece seguire una veloce ma approfondita ricerca visiva sul ridotto costume del ragazzo. –“ Sai, dimostri proprio molti più anni di quelli che hai!”- Enzo arrossì di botto, e cercando di fare il disinvolto, trasse da un taschino interno del costume delle bustine di plastica. –“ Vedi. Li porto sempre con me, anche quando vado in acqua!”- -“ Li hai mai adoperati?”- . – “ Si. Ma solo per fare dei gavettoni agli amici..! Però so come usarli!”- Aggiunse con un po’ di orgoglio. Ridendo Tina si distese supina al sole lasciando Enzo che si dibattesse con il proprio imbarazzo. Trascorsero così in silenzio una trentina di minuti, Poi Enzo –“ Senti, io vado in acqua, poi andrò al chiosco… fra poco il cane da guardia andrà via e resterà Mariuccia da sola….”- -“ Va bene, fa molto caldo, vengo anch’io in acqua, poi fai quello che vuoi.. con la tua innamorata… Sai nuotare? Bene, intendo”- -“Si certo, me la cavo abbastanza bene, anzi ottimamente!- -“Te la senti di arrivare sino a quella barca laggiù ormeggiata alla boa? Saranno trecento metri o forse più!”- -“ Certo che me la sento, scommettiamo a chi arriva prima?”- -“ Sicuro, ma giochiamoci qualcosa!”- -“ Non ho soldi, se non quelli per tornare a casa. Vediamo .. chi perde spalma l’olio solare all’altro!”- -“ E bravo! Così… chi ci guadagna sei sempre tu.. ma va, marpione! Va bene accetto. Aspetta che prendo la bottiglietta.- -“ ??? “- -“ Sulla barca stupidone, se vinco, il sole lo prendo sulla barca, poi tu sarai libero di andare dalla tua bella. Io ritornerò più tardi e se non ti vedo, toglierò le tende e me ne tornerò a casa… non ti preoccupare, non ti romperò le scatole.”- -“ E se perdi?”- . –“ Ti aspetterò buona buona, fino a che vorrai, oppure pagherò il debito la prossima volta.. tanto io vengo spesso qui, anzi tutti i giorni!”- Si tuffarono ridendo e cominciarono a nuotare con lena a stretto contatto di gomito. Vinse la donna, o meglio ad Enzo erano venuti certi pensieri…e la lasciò vincere. Le idee che ronzavano nel capo del ragazzo furono ravvivate dai tentativi fatti per aiutare la ragazza ad issarsi sulla barca. .” Ma che fai! Mi stai palpando tutta!”- esclamò, non troppo adirata, Tina. –“ Ma dai dove vai a pensare! Sto solo cercando di farti salire in barca, la nuotata mi ha stancato… e poi anche tu, non è che stai facendo complimenti!”- Scoppiarono a ridere, poi dopo altri tentativi riuscirono a salire entrambi sul natante. Enzo era molto turbato per la pelle liscia e le forme sode che aveva sentito fra le mani sino a poco prima… e non stava più pensando a Mariuccia!”. -“ Adesso devi pagare la scommessa”- dopo aver ripreso fiato, Tina reclamò il pagamento del suo debito, poi guardandosi intorno –“ sai non mi sembrava che fossimo così al largo, la spiaggia è lontanissima! Senti ti dispiace se prendo un po’ di più di sole?”- Così dicendo abbassò sino alla vita il costume intero mostrando il seno sodo ed eretto nella sua imponenza, poi voltandosi di spalle e tendendo la bottiglietta ad Enzo –“ Spalma schiavetto!”- Il ragazzo, con mano tremante ed eccitato oltremodo spalmò il liquido oleoso per tutto il dorso e le gambe della donna, soffrendo le pene d’inferno in preda ad un desiderio folle, enorme e soprattutto, molto, molto evidente. Dopo un tempo interminabile Tina si volse e con voce roca –“ Ora spalma anche sul davanti… come hai fatto prima… con calma.. dappertutto…”- Lo sguardo fu attratto dal desiderio del ragazzo evidente sotto il piccolo costume. Continuò a stuzzicarlo con mugolii di piacere quando la sua ‘vittima’, prima timidamente, poi con più sicurezza cominciò a spalmare l’unguento sui suoi seni turgidi. Enzo non ce la faceva più, voleva saltarle addosso, sfilarle la parte inferiore del costume. Cercava di tanto in tanto di sfiorare con il suo… bacino quel corpo che sembrava offrirsi a lui in modo impudico. Era quasi al limite del parossismo quando Tina lo guardò con occhi sognanti:-“ Li sai proprio usare i profilattici? “- . –“ Si “- il trionfo si dipinse sul volto del ragazzo. E si, una giornata cominciata molto male, stava terminando in modo eccellente. Enzo non avrebbe mai dimenticato quel 10 Giugno!!!! :fine:

FINE