I Miei Racconti






PERCHE' ?


“Perché ?” Se lo chiedeva spesso. “Perché ?” Questa era una domanda che spontaneamente si poneva sempre. Tutte le volte che doveva affrontare e cercare di risolvere qualche imprevisto, tutte le volte che vedeva delle cose, anche normali, accadere intorno a lui. “Perché ?” Lo aveva perseguitato sin da fanciullo. Quando era un bambino, questa sua petulante domanda era scambiata per un segno d’intelligenza, la volontà di voler conoscere la vita, scoprire le cose, i portenti del mondo che lo circondavano, poi, con il passar degli anni, la stessa domanda lo aveva fatto rimanere solo. Lo avevano abbandonato tutti amici e conoscenti, terrorizzati ed infastiditi da quell’interrogativo che usciva incontrollato dalle sue labbra: perché ? Gli erano rimasti solo i suoi genitori, che dovevano sopportarlo, e che ormai si erano rassegnati a sentirsi porre la stessa domanda almeno una ventina di volte il giorno e forse anche di più. Donne? Neanche a parlarne ! Una volta aveva avuto successo con una ragazza, convincendola ad uscire con lui, ad andare al cinema e poi a prendere una pizza. Il suo programma era quello di una romantica passeggiata in riva al mare…. Ma a metà pizza, la ragazza esasperata e al limite di una crisi di nervi, lo lasciò da solo. - “ Perché non chiedi alla pizza l’origine del suo nome ? Non mi cercare più ! Ti odio ! “- -“ Già, perché la pizza si chiama così ? “- Fu il suo primo pensiero a quella scenata. Poi accortosi che non era proprio il momento giusto, cercò in qualche modo di calmare la ragazza, ma non ci fu verso…. Fu costretto a terminare da solo la sua…e a mangiare quello che la sua .. compagna aveva lasciato. Quando alla fine lasciò il locale, pose la domanda al pizzaiolo. Ovviamente oltre a non ricevere risposta, fu seguito da sguardi carichi di stupore e d’ironia, specialmente dopo il clamore suscitato in precedenza. Da quella volta decise di lasciar perdere le ragazze… erano troppo prive di curiosità per il suo carattere. Ovviamente c’erano campi in cui la domanda aveva un suo motivo d’essere, ed era quindi ben accetta, ed anzi lo evidenziava rispetto agli altri: la scuola. Era, a detta dei suoi professori, un allievo modello, sempre attento e pronto nel voler carpire tutti i segreti dell’argomento trattato. Questo era il campo in cui mieteva proficui successi: l’unico ! Le pareti della propria stanza erano ricoperte da decine d’Enciclopedie, da quelle universali a quelle specializzate. Alla sua domanda, ogni volta, doveva dare una risposta, la RISPOSTA. La verità era sempre una sola e lui sino allora, a 25 anni suonati , l’aveva sempre trovata, calmando così la propria curiosità. A volte i libri di casa non bastavano ed allora si recava nella biblioteca comunale, facendo impazzire la bibliotecaria nella ricerca del tomo giusto, delle pagine che potevano soddisfare la sua curiosità. Un giorno accadde quello in cui non sperava più. Una ragazza, incuriosita ed attirata dalla sua sete di sapere, prese l’iniziativa e gli rivolse la parola -“ Ciao, mi chiamo Teresa, scusa se t’interrompo nella tua ricerca, sai sono un’appassionata d’animali in genere ed ho notato la tua ricerca accanita sulle rondini….. se posso esserti d’aiuto… Sono universitaria ed oltre ad essere un’amante della natura, sto studiando vita degli animali ed ho intenzione di presentare la tesi sugli uccelli migratori. Se non posso esserti d’aiuto, forse potrai esserlo tu per me ! "- Al suono di quella voce sommessa ma molto vicina, sollevò lo sguardo da un grosso libro e -“ Cosa ? A si scusami, mi chiamo Giacomo, sto cercando l’origine del nome delle rondini, non la provenienza etimologica, ma la causa per cui gli uomini, vedendola per la prima volta, le hanno dato quel nome… modificatosi poi in tutte le lingue e dialetti del mondo ! “- -“ Interessante ! Anche tu stai preparando una tesi ? “- -“ No ! Non sono uno studente, è semplice curiosità d’un… appassionato “- Giacomo dovette mentire in parte.. per non suscitare il ridicolo che, sapeva, immancabilmente creava con i suoi quesiti strani. -“ Sai, è la prima volta che vedo un ragazzo interessato a ricerche così… bravo, se vuoi posso darti una mano ! “- Giacomo a queste parole, osservò per la prima volta la ragazza. Gracile, capelli lunghi, biondi quasi bianchi, come la pelle, coperta da fitte lentiggini, un paio d’occhiali sul naso con grosse lenti. Decise di farsi aiutare, ed anzi, vista la penuria di ragazze nella sua vita, decise di coltivare quest’incontro. Fu così che a successivi incontri in biblioteca, si alternarono incontri nei musei, in gallerie e poi in parchi naturali. Nacque così un’ amicizia che in breve tempo si tramutò in amore. Finalmente aveva trovato l’anima gemella. Finalmente aveva trovato una ragazza curiosa come lui, e forse di più. Quanti bei quesiti si erano posti insieme, quanti bei momenti trascorsi insieme a cercarne le risposte. Poi venne un giorno in cui lei gli pose l’ennesima domanda, l’ennesimo perché -“ Perché si nasce ? Perché sei nato ? “- Lui… galante -“ Per amarti ! “-. -“ Non fare lo stupido, il nostro è stato un incontro casuale, e per 25 anni non sapevi della mia esistenza, eppure c’eri, vivevi, esistevi. Perché ? “- -“ La stessa domanda vale anche per te ! “- -“ Certo…. Questa volta dobbiamo dar corso alla nostra ricerca ognuno per proprio conto… scambiandoci il risultato ogni .. due giorni. Sai , amore, questa nuova eccitante ricerca ci aiuterà a conoscerci meglio… La risposta a questa domanda ci aiuterà nella nostra vita futura…. “- Con gli occhi sognanti Teresa gli si abbandonò fra le braccia, cercando di farsi coccolare. Giacomo però stava già pensando… Il quesito questa volta era intrigante e molto, molto più difficile di tutti gli altri, inoltre nascondeva dei risvolti psicologici….! La ricerca ebbe inizio, ognuno per proprio conto, e puntualmente si scambiavano i risultati ottenuti, che una volta discussi, erano inesorabilmente bocciati. Erano trascorsi più di due mesi da quel giorno, da quel maledetto giorno ! Giacomo aveva esaminato, sotto tutti i punti di vista, la domanda : “Perché si nasce ? Perché sono nato ?” Senza trovare una risposta esauriente. Anche Teresa brancolava nelle nebbie, ma questo non lo rincuorava, anzi lo deprimeva ancor di più. Si era rivolto, persino ai suoi genitori, al prete della sua parrocchia, al medico di famiglia. Aveva esaminato il tutto dal punto di vista biologico, sentimentale, religioso. Tutte le risposte trovate erano facilmente confutate. Non presentavano la fermezza della verità. Con il passar dei giorni, il risvolto psicologico prendeva il sopravvento, lanciando la mente di Giacomo in elucubrazioni filosofiche complicate. Adesso si trovava appoggiato al parapetto di un ponte e fissava le onde del mare, lontane, sotto di lui, ma non le vedeva. La sua mente era impegnata in una ricerca ormai giunta a livello di parossismo. -“ Perché sono nato ? Perché sono nato ? “- Avevano trovato, lui e Teresa, diverse risposte, ma nessuna aveva i crismi dell’assoluto. Si andava dalla casualità biologica, all’implicazione troppo personale, e quindi suscettibili di molte varianti, di quella sentimentale, per non parlare di quelle indimostrabili scaturite dalle religioni. Ad un tratto qualcosa gli balenò nella mene, come se si fosse accesa una lampadina! Non aveva mai fatto il percorso a ritroso. Il ciclo vitale dell’uomo, di tutti, si apre con la nascita e si conclude con la morte. Partendo quindi dalla fine doveva tornare indietro sino all’inizio e trovare un qualcosa d’assoluto, di certo, di indiscutibile, valido per tutti e per lui! Fece più volte il viaggio a ritroso dalla morte alla nascita, trovando centinaia di motivazioni che però non erano valide per tutti, non erano scevre da confutazioni ! Dalla vita alla morte, dalla morte alla vita, più volte, senza trovare nulla. Poi si rese conto che solo due cose erano confutabili: la nascita e la morte ! Finalmente aveva trovato la risposta: …: era nato per…. Morire ! Giacomo fu sconvolto da questa risposta, ne cercò delle falle, degli appigli per metterla in discussione. Non ne trovò ! Prese il cellulare e compose il numero di Teresa. Dopo pochi minuti erano entrambi appoggiati al parapetto del ponte e discutevano …. sulla scoperta ! -“ Giacomo, devo ammetterlo, per quanto sconvolgente, la tua soluzione è inattaccabile ! “- La voce della ragazza suonava lugubre, come lo sguardo del ragazzo. -“ La tua, la mia nascita trova il suo completamento nell’annientamento totale “- Si guardarono per lunghi attimi negli occhi, si scambiarono un lungo ed appassionato bacio, si presero per mano… e si lanciarono nel vuoto sotto di loro, inghiottiti voracemente dal mare che sembrava aspettarli…!

FINE