I Miei Racconti






LA VERITA'


Guardava la televisione verso la mezzanotte. Un talk-schow con molti invitati che raccontavano le loro esperienze. Quella sera il programma era imperniato sul sovrannaturale, sulle dottrine, di qualsiasi provenienza, che ammettevano l’esistenza di qualcosa di trascendentale. Gli ospiti erano il più variegati possibili: si andava dal rappresentante della Chiesa Cattolica, a quello del Buddismo, a giovani che avevano abbandonato la loro vita, per seguire, con una semplice tunica arancione, un santone. C’erano inoltre dei seguaci delle magie occulte ed un giornalista, oltre naturalmente al cabarettista di turno che aveva la funzione di smitizzare tutto e tutti. Anche fra il pubblico c’erano esponenti di varie sette e seguaci di filosofie di vita molto varie. Oltre al pubblico normale, ovviamente, cui era demandato l'approvazione o meno di quando si andava a raccontare. Effettivamente, anche questa volta, pensò Giovanni, il conduttore aveva avuto buon naso. Era riuscito a stuzzicare la curiosità degli spettatori, o per lo meno a svegliare la sua. Pertanto si accinse a seguire con attenzione il programma, nonostante l’ora tarda ed il lavoro che lo aspettava il mattino successivo. Era ormai trascorsa un’ora abbondante e Giovanni era deluso dal programma, si aspettava di più, si attendeva cose più.. stuzzicanti, anche più folcloristiche, ma la trasmissione era andata giù piatta, senza quei picchi che invano, si vedeva, il conduttore cercava di raggiungere. Ognuno degli ospiti si limitò a… propagandare il proprio credo senza contraddittorio, senza che nessuno, neppure fra il pubblico, evidentemente non molto preparato in certi argomenti, avesse sollevato la minima obiezione. Solo l’attore comico, cui il presentatore faceva ricorso con più frequenza, riusciva ad animare, con i suoi lazzi, la scena. Il “ De profundis “ si raggiunse, quando un giovane spettatore della quinta fila si permise di mettere in dubbio un’affermazione dei soloni che erano sul palco. Fu subito zittito chiamando in causa “ la libertà d’espressione “. Amen. Il giornalista che conduceva il programma, si rivolse allora alla sua collega, che fra gli ospiti, non aveva ancora parlato, sperando in cuor suo, e facendolo capire con l’espressione del volto, che almeno lei, riuscisse a sollevare una trasmissione che certamente non sarebbe stata nella lista “ Auditel “. Anche Giovanni stava quasi per addormentarsi, e aveva deciso di spegnere il televisore ed andare a dormire, tanto…ormai ! Esperta negli “ scoop “, la rappresentante della carta stampata, accogliendo l’esplicita richiesta d’aiuto che le lanciava il conduttore, esordì con una frase ad effetto: -“ Gli Angeli esistono, ed io ne ho visto uno ! “- Quest’affermazione detta ad alta voce, provocò un mormorio fra il pubblico, ed ebbe il potere di fermare la mano di Giovanni che già stava cercando il telecomando per chiudere baracca e burattini. Il presentatore si avvicinò alla donna, e quasi avesse scoperto una miniera d’oro, cominciò a porle domande sempre più precise ed approfondite. Fu così che Giovanni si avvicinò allo schermo quasi a divorare le parole, le notizie che quella donna era pronta a dare. -“ Io non sono mai stata una credente “- Esordì la giornalista. -“ Sono stata sempre una scettica verso qualsiasi dottrina, era la mia stessa professione ad impormelo. Un giornalista non deve mai credere, ma indagare, cercare. Sospettare una seconda verità e scavare a fondo su ogni cosa, su ogni notizia ! “- -“ Allora cosa le ha fatto credere all’esistenza degli Angeli ? “- -“ Un’esperienza personale. Vissuta cinque anni fa. Dapprima non ci avevo fatto caso, ed avevo pensato ad un’allucinazione, poi, a seguito di una ricerca ordinatami dal giornale, ho dovuto ricredermi, ed accettare dapprima l’ipotesi che quanto mi fosse accaduto, fosse stato reale, e poi a convincermi della realtà del fatto. Quello che avevo visto era davvero un Angelo. Le prove di cose simili, come le intendiamo noi, non ce ne sono. Foto, filmati, registrazioni… non ne esistono. sono stata l’unica a “ vedere “ anche se non ero da sola, anche se ero in mezzo alla gente “-. Notando l’interesse del pubblico, il presentatore continuò con le sue domande facendo così raccontare nei più piccoli particolari l’episodio interessato. Fu così che Giovanni seppe di un incidente di macchina, di un uomo giovane con una grande spada che si era messo fra le due auto puntando l’arma contro il cofano dell’auto investitrice e fermarla a pochi centimetri dalla donna, nonostante la grande velocità, evitando così la sicura morte della giornalista, che sarebbe stata altrimenti presa in pieno. Nel raccontare queste cose, la donna, una persona normale, sembrava una nostra sorella, nostra madre, piangeva. Ed era chiaro che non stava fingendo, era chiaro che lei credeva in quello che diceva, in quello che aveva visto. -“ Non ero credente, non l’avevo invocato, non mi ero neppure accorta dell’altra auto che mi stava venendo addosso a velocità folle, mi sono voltata da quella parte solo per aver sentito il clacson assordante, ed ho visto, HO VISTO un giovane che si metteva fra di noi e poi spariva, dopo avermi guardato con aria di rimprovero! Ora lo so, era il mio Angelo. Allora avevo pensato ad un’allucinazione. Adesso ne sono convinta: GLI ANGELI ESISTONO ! “- Giovanni, come il pubblico in sala, si fece coinvolgere dalla commozione della donna, dalla sua determinazione frammista alle lacrime che le scorrevano sul viso. La trasmissione continuò per ancora una buona mezz’ora, in cui la donna ebbe modo di raccontare le sue ricerche, le sue interviste a molte persone che avevano avuto “ visioni “ simili, il suo consultare decine di libri sull’argomento, libri religiosi che parlavano degli Angeli, libri con “ l’Imprimatur “, quindi autorizzati dalla Chiesa Ufficiale. Raccontò per sommi capi della loro gerarchia, scusandosi, per la scarsa conoscenza della materia, di non saper dire perché fosse stata salvata lei e non le decine di persone che ogni giorno perdono la vita sulla strada. Concluse il suo racconto con poche parole decise: -“ Non so perché io, perché a me. Ma da quando ho accettato la loro esistenza, non mi stanco di dirlo a tutti. Tutti lo dobbiamo sapere. OGNUNO DI NOI HA UN ANGELO ! “- Giovanni rimase a fissare lo schermo mentre sfilavano i titoli di coda della trasmissione. Era rimasto scosso da quello che aveva visto ed ascoltato. Credeva anche lui alla donna. Spense il televisore pensando alle parole della giornalista. Andò a letto, ma non riuscì ad addormentarsi. Poi all’improvviso ricordò un fatto accadutogli tantissimi anni prima, quando era ragazzo. L’aveva del tutto dimenticato, strano che se ne ricordasse solo ora ! Era d’estate, e lui girovagava da solo in una città deserta. La strada priva di traffico, non un’anima in giro, provava un certo disagio ad essere l’unica persona che passeggiava su quel marciapiede infuocato. Poi nell’aria piatta, una fortissima folata improvvisa di vento lo colse di sorpresa, facendolo barcollare e costringendolo a fare un passo di lato per non cadere, ed una voce che gli risuonò nelle orecchie: -“ FERMATI ! “- Sorpreso non poté fare altro che ferrmarsi all’improvviso, senza una causa apparente. Dopo non più di due secondi, ai suoi piedi si frantumò in mille pezzi un grosso vaso da fiori pieno di terra che gli schizzò sulla camicia, sporcandola. Spaventato, guardò verso l’alto per vedere chi lo avesse avvisato. Ma non c’era nessuno ! Si guardò intorno con lo stesso risultato. Attraversò la strada per vedere meglio il palazzo da cui era caduto il vaso. Tutte le finestre ed i balconi avevano le tapparelle abbassate. Nessuno anche nel palazzo di fronte, nessun movimento nella strada. Deserto assoluto. Benedisse la sua fortuna, il suo istinto, e si allontanò velocemente da quel posto strano, curando di non camminare sotto i balconi ! Fortuna ? Istinto ? Ma allora quel vento improvviso e forte, anomalo in una giornata afosa ? E quella voce autoritaria “ FERMATI ! “ . Adesso aveva capito, adesso sapeva ! Andò in camera dei ragazzi, che dormivano tranquilli. Guardò la moglie addormentata. Si guardò intorno, ritornò a letto e si infilò sotto le coltri. Con una strana, per lui, consapevolezza, si scoprì mormorare una preghiera quasi dimenticata… -“ Angelo di Dio, che sei il mio Custode, veglia, proteggi e custodisci me che……… “-.

FINE