I Miei Racconti






LIBERO


Mangiava. Divorava il suo piatto di spaghetti al ragù con appetito quasi osceno. Il sugo gli colava dagli angoli della bocca, sino a scivolargli sul mento. Senza fermarsi, con la sinistra si puliva con il tovagliolo di carta, mentre la destra continuava a portare forchettate ricche di pasta ala bocca. Masticava in fretta... deglutiva, quasi intero, il cibo. Fame! Erano secooli che non mangiava come una persona normale! Si era cibato di erbe e radici per settimane, aveva bevuto l'acqua piovana, aveva dormito sotto gli alberi, con l'umidità che gli entrava nelle ossa. Non osava andare a casa.. di sicuro i suoi rapitori lo stavano aspettando. Era stato anche sfortunato! Di solito a Giugno non piove molto, anzi quasi mai, specialmente nel meridione d'Italia. Quell'anno invece sembrava che la penisola si fosse capovolta, sole al nord, acqua a catinelle al sud, e lui sperduto fra quelle terre sconosciute, non familiari. Attento a non farsi notare. Attento a schivare i centri abitati, battendo le strade più impervie e deserte. La paura non l'aveva abbandonato un attimo da quando era riuscito ad eludere le sorveglianza dei suoi carcerieri, a fuggire da quella grotta nel cuore della montagna! Quante volte il cuore si era aperto a insperati pensieri, al rumore degli elicotteri - :" Mi stanno cercando"- pensava -"ormai i miei rapitori hanno le ore contate, fra poco ci vedranno e .. sarò libero! "- Grande era, immancabilmente, la sua delusione quando si rendeva conto che nulla mutava, che tutto rimaneva uguale, Il rumore dei rotori passava e rimaneva solo, con i mormorii sommessi del sottobosco e con i suoi rapitori, li sembrava fossero dietro ogni albero, dietro ogni roccia. Negli occhi aveva i loro cappucci neri, poche parole, anzi neppure quelli, ma suoni, cenni, segni a volte spintoni, per invitarlo a proseguire, con la canna dl mitra.. col bastone. Digrignare di denti. Ma a parte questo, doveva ammettere che non aveva subito altre violenze fisiche. Non ne avevano avuto il tempo. Era fuggito prima. Una volta sola aveva sentito distintamente la voce di uno di loro, doveva essere il capo. Parlava italiano, dall'accento non sembrava del posto. Aveva avuto anche l'occasione di vederlo, l'aveva spiato, trascinandosi, aveva le mai ed i piedi legati, verso l'ingresso del cunicolo in cui si trovava. Lo aveva intravisto di spalle, aveva una chioma flueente e bionda, spalle larghe, corpo atletico, alto quanto lui, forse 1 metro e 80 ed una voce bassa, calda. Solo una volta, poi non avevano ricevuto più alcuna visita. Ma tutto era finito, per fortuna. Adesso era libero, adesso poteva riprendere la sua vita normale. La casa, la moglie Elena, che mai come in quei mesi gli era mancata, i figli Deborah e Cristian.. con il loro atteggiamento supponente... le loro richieste pressanti di danaro. Ora capiva, aveva capito che non poteva vivere senza di loro, anche senza i loro difetti, che prima non sopportava, senza la loro compagnia anche se non non sempre idilliaca. Solo ora comprendeva la grandezza dei sentimenti che provava per loro e non gli importava se lo facevano disperare. D'ora in poi, niente più litigi, stupidi, per motivi puerili. Questa sua "avventura", nella sua crudezza, almeno era servita a qualcosa! Aveva realizzato una cosa importante: amava la propria famiglia in modo intenso. Sembrava questa una cosa ovvia, ma spesso, "prima" sembrava averlo dimenticato e si era lasciato trascinare dall'ira. La macchina... era stata la fonte dell'ultimo litigio coi figli, l'auto... ma adesso l'avrebbe accontentati. Cosa sono pochi milioni rispetto all'affetto, all'armonia della famiglia! Finalmente dopo più di un mese di vita randagia , guardingo, era riuscito ad arrivare da sua madre. Tracannò avidamente un bicchiere di vino rosso che la madre... amorosamente gli aveva versato in silenzio! La guardò... fra loro non c'erano state parole, non erano state necessarie. Un lungo abbraccio sull'uscio della porta quando gli aveva aperto, scioccata per la sua presenza, invocata ma inattesa! Un lungo abbraccio, lacrime di felicità, baci affettuosi:-"Figlio mio!" Figlio mio!"- Le uniche cose che gli aveva detto... poi basta... lunghi silenzi... sguardi indagatori, esplicativi. Fra loro non c'era mai stato bisogno di lunghi discorsi. Da quando era morto il padre, si erano avvicinati di più. Vivevano quasi in simbiosi... lui e sua madre... Gli venne in mente il giorno che le disse di volersi sposare... quando le indicò la donna scelta come compagna... -"Non è per te! Ti farà soffrire"- L'unico intervento negativo. Poi ci fu sempre uno spirito di collaborazione. La madre cercò in tutti i modi di "legare" con la nuora... e ci riuscì. Di questo le fu eternamente grato. Un altro motivo per idolatrarla _"Mamma ti voglio bene"- Ebbe voglia di dirle. _"Lo so... non c'è bisogno che tu me lo dica... ma se vuoi lo puoi ripetere all'infinto.. anch'io te ne voglio... sapessi!"- S'interruppe. Era tipico del suo modo di esprimersi, lasciare in sospeso le frasi! I suoi silenzi erano più loquaci di mille discorsi! Aveva finito di rifocilarsi. Ora cominciava a vedere la vita in modo più roseo. Dopo una bella doccia calda ed un buon pranzo sotto lo sguardo amoroso della vecchia genitrice, poteva nuovamente affrontare la vita, come sempre! La vita di un piccolo imprenditore edile con vari cantieri aperti, che avrebbe dovuto ripristinare, con diatribe con vari Assessori e Direttori di banche... con preghiere e suppliche di dipendenti... con la segretaria che lo assillava continuamente con le varie scadenze. Era un genere di vita molto stressante, ma che gli era mancata. Poteva immergersi nella battaglia quotidiana, più arricchito spiritualmente e moralmente di prima. -"Adesso telefono ad Elena"- -"No!... Falle una sorpresa come hai fatto a me! Solo pochi minuti d'attesa...dopo tanti mesi...!"- Guadò la madre di sottecchi. Forse aveva ragione. Forse c'era un messaggio in codice che non riusciva a capire. Decise di seguire il suo consiglio... lei non aveva mai fallito! Ripensò alla moglie Elena, più giovane di lui di otto anni, ma una donna vera, una madre perfetta, una donna splendida. Nonostante non volesse, non potè fare a meno di pensare al suo corpo, alle sue carezze, ai suoi baci, al suo modo di concedersi...Non vedeva l'ora di stringerla fra le braccia, di sentire il suo profumo, il sapore delle sue labbra. Non vedeva l'ora di.... Troppo tempo era stato senza la sua donna. Immaginava il loro incontro... si sarebbero stretti in un abbraccio lungo ed intenso... un bacio lungo ed appassionato... e poi.... Doveva recuperare gli istanti persi...-" Elena... amore mio.. quanto mi sei mancata...!"- Sospirò... Pochi minuti in più non avrebbero fatto male... anzi... avrebbero acuito il desiderio... e poi voleva vedere il viso di sua moglie... la sua sorpresa.. la felicità dipinta sul suo volto... sarebbe stata bellissima...! Abbracciò la madre ancora una volta con trasporto e la salutò. Guardò l'orologio della cucina.. il suo era rimasto in quella grotta. Le nove, le nove della sera. Aveva perso la cognizione del tempo. Si diresse verso la propria casa, cercando di non farsi notare, celando il volto col bavero della giacca e con un berretto preso dal vecchio guardaroba del padre... ancora intatto dopo la sua morte! Giunse davanti al cancelletto della sua villetta..udì della musica ad alto volume.. vide la luce della camera da letto accesa e poi un'ombra che passava dietro le tende, -" Elena.. mia Elena"- Decise di scavalcare il cancello e di entrare in casa da una finestra aperta del piano tera ed andare direttamente in camera... dalla sua donna... Entrò silenziosamente, con il cuore che gli balzava in gola per l'ansia e la gioia dell'incontro... La musica proveniva dal piano superiore... Salì la scala per raggiungerlo. La porta della camera dei ragazzi era aperta... Non c'erano. Bene! Sarebbe stato più libero... con la moglie... Sentì lo scrosciare della doccia... si affacciò alla porta del bagno ed intravide attraverso il. vetro della cabina, il suo corpo flessuoso e snello. Fu preso dalle vertigini nel vedere, anche solo velatamente, il profilo di quel corpo sognato... la linea del seno, delle gambe...Ah...! Si portò in camera da letto e si nascose nel vano dello spogliatoio, pronto a uscire quando sarebbe entrata Elena.. profumata ed... ignara! Attese per mezz'ora circa prima di manifestarsi. Voleva, doveva prima calmarsi un pò. Cercava le parole giuste da dire alla sua donna., e poi forse non avrebbe detto nulla, l'avrebbe abbracciata e baciata, subito, senza darle il tempo di riaversi dallo stupore. L'avrebbe accarezzata tutta. Quanto gli mancava il tepore del suo corpo! Delle sue tette sotto le mani.. quanto gli mancava il tepore dolcissimo del suo ventre! Ad un tratto sentì un parlottio... una voce dolcissima, quella della moglie, ma un tono duro.. ma che strane parole! -: Te lo sei fatto scappare, imbecille. Potevate ucciderlo subito quel bastardo!.. Ma adesso non pensiamoci.. adesso vieni qui ho voglia di te, amore mio, fammi volare, fammi godere.. non aspettare ancora... dai vieni a letto.. guardami, sono nuda, è tutto per te!>" -" Dai .. hai ragione, del cornuto ci occuperemo dopo, magari sarà pure morto , che stupido da non accorgersi per anni di noi due. Adesso è meglio che ci divertiamo un pò ... porcona mia!"> Non voleva credere a quello che sentiva.. non era vero che stava succedendo... stava dormendo, era un incubo.... Poi però il parlottio continuava con gemiti inconfondibili... La tentazione fu più forte: sbirciò nella stanza e quello che vide fu come un colpo al cuore: sua moglie nuda sotto un uomo fra le sue cosce che la.... . Si allontanò dalla porta stravolto.. Con una forza sovrumana riuscì a non fare irruzione... Su uno scaffale trovò la videocamera, una volta oggetto dei loro giochetti intimi. I due amanti erano troppo presi per sentirlo. Filmò il loro amplesso. Scene di sesso sfrenato fra una donna, sua moglie, ed un uomo.. quello che era stato il suo rapitore, il suo carceriere, quello da cui era sfuggito.. e che aveva telefonato per il riscatto. Seppe controllarsi. Calmo e freddo trovò la giusta soluzione. Sua madre aveva visto giusto... come sempre! Portò la videocamera dai carabinieri e denunciò la moglie, quella puttana... e il suo complice..... Solo adesso poteva ritenersi libero...!

FINE