I Miei Racconti






INCUBO


Pioveva. Sembrava che tutte le cateratte del cielo si fossero aperte lasciando andare migliaia di tonnellate di pioggia sulla città. Tuoni possenti facevano tremare i vetri delle finestre illuminate dai bagliori dei fulmini. Era una notte da tregenda. Nervosamente, seduto al bordo del letto masticavo, più che fumare, nervosamente una sigaretta... l’ennesima. La brace mi sfiorò le labbra, la buttai infuriato per terra... a fare compagnia alle numerose altre. Aprii il frigo per cercare di bagnare la gola riarsa: vuoto... desolatamente vuoto! Sul tavolo facevano bella mostra di se un numero indefinito di lattine schiacciate. Cercai nel mobile bar la bottiglia del Bourbon... c’era ma era vuota! La scagliai furiosamente sulla poltrona di fronte.... Maledizione! Solo nel mio piccolo monolocale, avevo cercato inutilmente la compagnia di Floris, la mia donna.. ma ai miei squilli.. il suo telefono rimaneva desolatamente senza risposta. Dove era andata... con questo tempo ? Decisi di uscire, per cercare un bar aperto e affogare nell’alcool la mia angoscia: ero stato licenziato! Non avrei più girato la regione cercando di piazzare.... Una bella sbornia! Solo quella poteva risolvere tutto. L’indomani mattina avrei visto in modo certamente diverso il mio futuro. Infilai il vecchio e sgualcito impermeabile e velocemente uscii di casa. Mi fermai sotto l’arco del portone, attendendo che quel nubifragio si calmasse un po'. Intanto notai che una figura correva sotto la pioggia battente, cercando un riparo. Era una donna, giovane, slanciata. Correva verso il mio portone. Indossava una gonna scura, al ginocchio ed una camicetta chiara, bianca forse che le si era incollata addosso come una seconda pelle, modellandole così un busto.. notevole. Feci segno con la mano indicandole il portone, come riparo. Di corsa ed ansimando vi entrò. Il respiro affannoso della donna metteva ancora di più in risalto ....la sua bellezza. Ma al di là di queste osservazioni, mi fece pena. Tremava. Era bagnata fradicia da capo a piedi, avrebbe avuto bisogno di un bagno caldo...e subito per cercare di evitare un malanno. Mi presentai e glie lo offrii. Accettò con un sorriso di ringraziamento. Più tardi, di sopra, distesi sul letto, completamente nudi davamo sfogo a tutte le nostre voglie con una frenesia inconsueta. Bellissima donna, focosa, rispondeva con ardore alle mie carezze. Avevo dimenticato l’angoscia.. i dubbi sul mio futuro.. ora contava solo quella splendida femmina che mi si offriva senza chiedere nulla in cambio se non quello che un maschio sano e virile potesse offrirgli. Dopo un tempo indefinito, esausti ci addormentammo ancora abbracciati, avvinghiati l’uno all’altra. Un tuono più forte mi svegliò di soprassalto.. e sentii ancora il calore di quel corpo splendido sulla mia pelle. Mi avvicinai alla donna che ancora dormiva, non conoscevo neppure il suo nome, le accarezzai un seno, l’attirai verso di me facendola girare..... Un urlo agghiacciante usci dalle mia labbra.... Terrore! Il dolce viso della donna si era trasformato in..... Terrore!. Un teschio ghignante! Vermi immondi brulicavano al posto degli occhi. Ciocche di capelli rinsecchiti si staccarono dalla scatola cranica che luccicò di un biancore sinistro. Fra le mani non avevo la carne soda di un seno turgido e voglioso ma qualcosa di flaccido e viscido... pelle rinsecchita ed ossa umide. Ancora un urlo isterico e mi svegliai di colpo! Un incubo.... Era stato solo un incubo... realistico, dettagliato anche nelle sensazioni, preciso nelle emozioni ma solo un brutto sogno. Il cuore mi batteva a mille. Avevo bisogno di calmarmi. Guardai fuori dalla finestra………. Pioveva. Sembrava che tutte le cateratte del cielo si fossero aperte lasciando andare migliaia di tonnellate di pioggia sulla città. Tuoni possenti facevano tremare i vetri delle finestre illuminate dai bagliori dei fulmini. Era una notte da tregenda. Nervosamente, seduto al bordo del letto masticavo, più che fumare, nervosamente una sigaretta... l’ennesima. La brace mi sfiorò le labbra, la buttai infuriato per terra... a fare compagnia alle numerose altre. Aprii il frigo per cercare di bagnare la gola riarsa: vuoto... desolatamente vuoto! Sul tavolo facevano bella mostra di se un numero indefinito di lattine schiacciate. Cercai nel mobile bar la bottiglia del Bourbon... c’era ma era vuota! La scagliai furiosamente sulla poltrona di fronte.... Maledizione! Solo nel mio piccolo monolocale, avevo cercato inutilmente la compagnia di Floris, la mia donna.. ma ai miei squilli.. il suo telefono rimaneva desolatamente senza risposta. Dove era andata... con questo tempo ? Decisi di uscire, per cercare un bar aperto e affogare nell’alcool la mia angoscia: ero stato licenziato! Non avrei più girato la regione cercando di piazzare.... Una bella sbornia! Solo quella poteva risolvere tutto. L’indomani mattina avrei visto in modo certamente diverso il mio futuro. Infilai il vecchio e sgualcito impermeabile e velocemente uscii di casa. Mi fermai sotto l’arco del portone, attendendo che quel nubifragio si calmasse un po'. Intanto notai che una figura correva sotto la pioggia battente, cercando un riparo. Era una donna, giovane, slanciata. Correva verso il mio portone. Indossava una gonna scura, al ginocchio ed una camicetta chiara, bianca forse che le si era incollata addosso come una seconda pelle, modellandole così un busto.. notevole. Feci segno con la mano indicandole il portone, come riparo Di corsa ed ansimando vi entrò. Il respiro affannoso della donna metteva ancora di più in risalto ....la sua bellezza. Continua…????

FINE