I Miei Racconti






CHE COLPA NE HO


"""""Quando ero bambino potevo fare tutto quello che volevo! -” Che frugoletto vivace ! “- Era il commento più severo che facevano intorno a me, mentre mia madre cercava di scusarsi arrossendo vistosamente. Come quella volta che, durante la cerimonia della Cresima di una mia cugina, avevo quasi 5 anni, in Chiesa, nel bel mezzo della cerimonia le tirai giù la gonna del vestitino bianco, lasciandola in mutandine. Perché l’avevo fatto ? Ma perché Luisa, questo era il nome della ragazza, mi piaceva da morire e nonostante la mia tenera età, mi eccitava oltremodo immaginarla in situazioni imbarazzanti e naturalmente poco vestita. Non capivo ancora perché vedere le sue gambe e il suo bel sederino rotondo mi piacesse, ma mi piaceva e tanto bastava per provare in ogni modo di ammirarli, e più la situazione era imbarazzante, per lei naturalmente, e più sentivo dentro di me una emozione speciale. Certo, Luisa già altre volte, quando eravamo da soli aveva sollevato la sua gonna, ma era differente, mi sembrava di fare da cavia alle sue.. voglie. Invece così... Che pacchia...! Oppure quell’altra volta, con l’amica di mamma che aveva un grosso seno. Ricordo che stavamo festeggiando il mio sesto compleanno ed a casa erano o invitati amici e parenti con i loro figli naturalmente. Ma io ero attirato da quella giovane signora che aveva una scollatura... profonda da cui spuntavano due grossi meloni... morbidi... vellutati...da baciare.. da toccare. Ricordo che ogni occasione, per me, era buona, in quanto festeggiato, a salire sulle sue ginocchia e affondare il mio capo fra quei due soffici cuscini. Il culmine fu, quando alla fine della festa, con un pasticcino in mano mi diressi correndo verso di lei, che per salutarmi mi sollevò da terra portandomi all’altezza del suo viso. Naturalmente il pasticcino mi cadde(!) proprio lì, fra le prorompenti bellezze della donna ed io vi infilai la mano con tutto il braccio per recuperarlo. Però tutto cercavo di stringere tranne il dolcetto. Ricordo ancora la sensazione meravigliosa che provai sentendo fra le dita quel capezzolo duro ed appuntito che contrastava in modo pazzesco con la morbidezza del seno e col la sua pelle vellutata. Vidi la donna arrossire -” Ma Paolino...! “- Esclamò accaldata e forse anche eccitata, con il viso che le si era arrossato per l’imbarazzo. Non capii più niente e, come per scusarmi, ritirai di scatto le mani dal paradiso con tanta voluta violenza da strappargli la maglietta, in modo tale da poter vedere tutto quello che sino ad allora avevo toccato. Mi accorsi che anche mio padre e tutti gli uomini presenti si mostrarono molto attenti all’accaduto, e rimproverandomi... si recarono tutti in soccorso della donna. Ma io credo che in cuor loro mi stessero ringraziando.... Ma le mie malefatte, dicono gli altri, le mie avventure, dico io, non finiscono qui. Avevo dieci anni, ero quindi più grandicello, eravamo in estate e tutte le domeniche andavamo al mare. La spiaggia che frequentavamo era una di quelle aperte al pubblico. C’erano famiglie intere, comitive che si portavano da mangiare, sedie sdraio, tavolino, ombrelloni.. insomma tutto il necessario per passare l’intera giornata al mare. Poco distanti dal nostro posto, si piazzò una famigliola: marito, moglie (grassa) e figlia(molto, molto carina). Naturalmente i nostri due gruppi fecero subito amicizia ed io approfittai subito per legare con la ragazza, Sonia. Con molta mia soddisfazione notai che non le ero indifferente e che anzi era lei a cercare le occasioni per stare sola con me e accarezzarmi ed appoggiarmisi addosso con il suo corpo, io naturalmente rispondevo alle sue ...proposte. La spiaggia era attrezzata con dei rubinetti, una doccia aperta al pubblico, ed aveva anche una ritirata: un buco per terra, nella sabbia, circondata da larghe foglie di palma a fare da paravento. Escogitati un piano , per me, meraviglioso. Convinsi Sonia, (o lei convinse me?) ad appartarci di nascosto nella ritirata.... per conoscerci meglio. .....Entrò prima lei, con fare furtivo.. dopo pochi istanti mi avvicinai alle palme e sussurrai-” Sonia, posso entrare ? Sei già nuda ? “- . -” Si vieni Paolino, ti sto aspettando .. fai presto...!”- Quella fu la parola d’ordine: con un coltello tagliai i legacci che tenevano le foglie di palma che caddero in terra lasciando vedere Sonia, in piedi, urlante e completamente nuda. Ecco quel giorno scoprii un’altra grande differenza fra uomini e donne, e la cosa mi piacque. Potrei continuare così per ore. Tutte occasioni che ho cercato di mettere in burla, per gioco... forse imbarazzando la ragazza che ci capitava, ma facendolo così, senza cattive intenzioni. E poi l’ultima, come potevo prevedere che sarebbe andata a finire così ? Io volevo solo scherzare. Non è colpa mia se Susy si è spaventata, in fondo sapeva nuotare... gli avevo solo sfilato il bikini... volevo solo scherzare un po'... anche io ero senza costume, come lei, alla pari.... ed invece quella pazza si mette a gridare , ad urlare agitando le tette in un modo.. in un modo.... ed urlava ed urlava... urlava. Per farla calmare l’ho spinta sott’acqua e ho sentito che lei stava al gioco. Si era afferrata alle mie parti... intime... e si agitava.. ed io continuavo a giocare, a tenerla sotto toccandogli le tette e lei si divertiva, perché si agitava e mi toccava.. con più decisione.... come potevo pensare che le mancasse l’aria, che annegasse!..... Che le sembra dottore... non le sembra normale anche a lei? Perché adesso ho questa strana camicia che non mi lascia muovere le braccia?.... Sono cose successe senza che io potessi fare nulla. Se Susy fosse rimasta calma tranquilla... non sarebbe successo nulla.... E’ stata colpa sua.... io volevo solo giocare.... e lei ci stava... dottore....... Che colpa ne ho io!"""""-

FINE