I Miei Racconti






WILLIE SANDERS


Sembrava un giorno come tanti altri, invece, in quell’ufficio posto al 23° piano della A. B. S. Corporation di New York, non lo era per niente. Aleggiava un’aria pesante, nonostante, in quella giornata di luglio, i condizionatori d’aria andassero a tutto regime. In particolare in un ufficio, la stanza 36, l’aria si poteva tagliare a fette. Dappertutto musi lunghi.. occhi lucidi... sguardi sfuggenti... di tanto in tanto si udivano dei malcelati sospiri. Cosa era successo.... o meglio, cosa stava per accadere di tanto nefasto ? Nulla! Semplicemente una loro collega (erano in quella stanza in cinque ragazze ) doveva abbandonarle per un periodo di tempo non certo breve. Doveva subire un intervento delicato al cuore, nulla di grave per carità, per la chirurgia moderna...... ma che avrebbe richiesto un lungo periodo di convalescenza. Tutto sarebbe stato di routine in quel casermone con quasi trecento impiegati, ma quella ragazza era particolare. Non era la più giovane, ma vederla sorridere, sempre allegra e dalla battuta pronta, risollevava il morale e aiutava a superare quelle ore di lavoro stressante e monotono. Non era la più carina, ma le sue mossette ed il suo modo di fare incantava tutti, non pochi erano gli uomini di altri reparti che, con scuse banali, entravano in quella stanza, solo per scambiare con lei un saluto. Non era la più accanita lavoratrice, eppure molte volte le sue colleghe si rivolgevano a lei per un aiuto nel loro lavoro. Non era amica in particolare di nessuno, eppure per chiunque le si rivolgesse, aveva, all’occorrenza, una parola di conforto se non un aiuto materiale vero e proprio. Non aveva famiglia, ma accettava spesso, nelle ore libere, di accudire, senza nulla in cambio, ai figli o ai parenti anziani di qualche collega che ne avesse bisogno in casi imprevisti. Non era fidanzata, ma aveva molti inviti a cena e a teatro, che lei accettava sempre senza però fare ingelosire nessuno e senza mai impegnarsi, lasciando, anzi , in tutti, la sensazione di essere il preferito. Non era una parlatrice accanita, ma con lei si poteva affrontare qualsiasi argomento, aveva sempre pronti gli argomenti giusti. Non eccelleva in niente, ma era brava in tutto... I vari capi reparto se la erano contesa come segretaria particolare, promettendogli aumenti di stipendi... uffici più eleganti... orari liberi... lavoro più interessante... vari passi in avanti nella carriera. Lei aveva sempre rifiutato con grande cortesia e affabilità ogni proposta. Preferiva rimanere in quell’ufficio dell’amministrazione, anonima "addetta" di un anonimo ufficio.. una delle tante. Preferiva rimanere una delle tante ragazze addette al disbrigo delle pratiche meno importanti..... Aveva tutti le qualitài per fare una splendida carriera, ma lei preferiva così. Anche il suo aspetto fisico non colpiva in modo particolare, le sue misure 85-70-90 per un metro e settanta di altezza si confondevano con quelle di decine di altre ragazze. Aveva i capelli biondi ossigenati sciolti sulle spalle, lievemente ondulati, di media lunghezza, vestiva sempre con abiti non molto aderenti o vistosi ma che le stavano bene e ne valorizzavano l’aspetto. Sapeva indossare. Riusciva sempre a trovare il capo giusto, senza spendere molto. Sapeva truccarsi..... il suo viso appariva sempre smagliante e radioso. Sapeva cucinare in modo sopraffino. Testimoni erano tutte le colleghe ed i colleghi che erano stati invitati a cenare o a pranzare a casa sua. Era molto socievole, insomma, non sembrava avere difetti... anzi.... Molti avevano visto in lei la mamma ideale per i loro figli.. la moglie, la compagna ideale della loro vita.. ma lei aveva sempre respinto gentilmente, ma con fermezza tutte le offerte.... così, semplicemente... senza offendere nessuno e rimanendo amica di tutti..... In tutto il grattacielo, quando si parlava di Violett ( Willie) Sanders, si diceva “LEI”. Era diventata la “lei “ per eccellenza. Non occorreva dire altro. Addirittura quando qualcuna cercava di essere o fare qualcosa fuori dall’ordinario le si diceva.. “ Mica sei Lei....lascia perdere “-. Ovviamente tutto questo stato di cose non poteva durare troppo a lungo senza creare curiosità più o meno interessate sul suo conto. La direzione della ditta, aveva addirittura assunto un poliziotto privato per scoprire qualcosa della sua vita, qualcosa che potesse.. in qualche modo scalfire la sua fama. Avevano violato la legge, avevano indagato segretamente sulla vita privata di un loro dipendente. Perché tutto questo ? Perché se a Willie sfuggiva un commento negativo su una pratica o su un carteggio o su qualsiasi cosa, anche la marca del detersivo per la pulizia.... presto o tardi quella tal cosa sarebbe stata rimossa. Il suo commento sarebbe passato di bocca in bocca.. sino ad arrivare alle orecchie di chi aveva poteri decisionali... che, “ poiché Lei non sbagliava mai ! ” per non incorrere in pubbliche critiche avrebbe finito di... adeguarsi. Tutto questo accadeva senza che la ragazza immaginasse nulla. Willie non si rendeva nemmeno conto di quello che accadeva per colpa ... o per merito suo. Lei viveva la sua vita tranquilla e apparentemente felice come si conviene a chi non ha niente da nascondere. Ma adesso sarebbe mancata per chissà quanti giorni. I più pessimisti prefiguravano una assenza di quasi un anno.. se non di più. Le sue colleghe/amiche, erano sgomente..... e dimostravano la loro tristezza standole sempre vicino, riempiendola di complimenti e di parole di affetto. Lei accettava quelle testimonianze e rassicurava tutti... sarebbe ritornata presto.... sarebbero stati tutti nei suoi pensieri.... avrebbe telefonato appena possibile ... in fondo non sarebbe poi mancata la sua presenza... ecc. ecc. Quel pomeriggio, si fermò un po' più a lungo nell’ufficio per portar via le sue cose personali dai cassetti della scrivania, poche, piccole cose... un pupazzetto di peluche raffigurante un piccolo e buffo papero.... la sua agenda privata con annotati i numeri di telefono di clienti e rappresentanti della Ditta, nonché i recapiti telefonici dei colleghi.....un borsello porta penne e matite... un paio di dischetti per PC in cui lei scriveva, giorno per giorno, un suo diario segreto, durante le ore d’intervallo.... ed altre cosette da donne. Mise tutto in una borsa di plastica e data un’ultima occhiata all’ufficio ( anche a lei sarebbe mancato ) chiuse a chiave la porta e si avviò verso l’ascensore. Il lift, un ragazzo giovane, assunto da poco, le offrì un mazzo di fiori e balbettando le augurò, rosso come un peperone, tutto il bene possibile. Willie sorrise compiaciuta di quel dono, sapeva che il ragazzo si era innamorato di lei e che non aveva il coraggio di manifestarglielo. Per gratificarlo gli stampò un bel bacione sulla guancia, lasciandolo felice e... stordito. Quando giunse nella hall del palazzo, le si fece incontro il portiere, il vecchio George, che a nome di tutti della portineria le offrì una bella scatola infiocchettata -” C’è dentro qualcosa che non ti farà mancare la nostra presenza”- le disse. Accettò con un smagliante sorriso il regalo e per il vecchio George ci fu un bel bacio, con schiocco finale, sulla bocca. Il caro George fu particolarmente grato di quel gesto e sospirò profondamente.... -” Avessi qualche anno di meno.. ! Cara... cara signorina Sanders!”- Finalmente giunse a casa. Una vecchia casa alla periferia della città a 45 minuti di metropolitana dal centro. Un quartiere tranquillo, vecchio ma pulito, la delinquenza ancora non l’aveva preso di mira. Un quartiere a misura d’uomo, quasi un’oasi felice nella bailamme della Grande Mela. Dove tutti conoscevano tutti, dove ogni vicino era come uno di famiglia, dove era possibile lasciare l’uscio di casa aperto tutto il giorno e la sera ritrovare la casa integra ed intatta come era stata lasciata la mattina. Un quartiere ad immagine e somiglianza di Willie: non bellissimo, ma neppure brutto, case vecchie ma tenute bene, gente modesta ma onesta e cordiale... e lei ci stava benissimo, non l’avrebbe cambiato neppure per ... un milione di dollari ! Già, un milione di dollari, proprio la somma che ..... Finalmente a casa... ! Willie si guardò intorno e come sempre trovò tutto in ordine. Si diresse verso il televisore e lo accese sintonizzandolo su un canale che trasmetteva musica rock. Poi cominciò a spogliarsi in fretta, cominciò a saltellare qua e la per la stanza, gridando parole insensate... urli senza senso... liberatori di tutto lo stress e la carica emotiva che aveva accumulato in dodici ore di severo autocontrollo... in 29 anni di rigido perbenismo... Finalmente poteva liberarsi di tutto quel fardello che le pesava dentro da anni.... Finalmente... Finalmente... Rimase in reggiseno e mutandine e si mise a ballare al suono della musica che riempiva la stanza. Si guardò allo specchio... si piacque... prese un sedia e improvvisò uno spogliarello ad uso e consumo personale. Scoprì che muoversi con gesti volutamente affettati la riempiva di un’emozione strana... scoprì che provava gusto a denudarsi.. completamente, godeva a guardarsi... a toccarsi intimamente. Si abbandonò ad una danza lasciva e oscena che la portò... all’annientamento della propria coscienza. Per la prima volta nella sua vita conobbe il significato della parola... orgasmo, e ciò la spaventò non poco. Stanca e stupita si lasciò scivolare impudicamente per terra, a cercare di capire i nuovi sentimenti che albergavano in lei. Come poteva cambiare il carattere di una persona in così poco tempo ? Era la domanda che le frullava in testa. Adesso vedeva sotto una luce diversa tutti i suoi corteggiatori. Chissà che faccia avrebbe fatto il giovane lift dell’ufficio se l’avesse vista ... così... come era adesso. Cosa avrebbe fatto Frankie, quel bel tenebroso che per poco non le aveva fatto girare la testa la settimana scorsa... Sapeva di certo che adesso avrebbe ceduto, adesso sarebbe giaciuto con lui, anzi lo desiderava. Per un attimo la sfiorò il pensiero di telefonargli, poi cambiò idea.. c’erano maschi migliori! Ora poteva scegliere! Dopo una bella doccia calda... purificatrice il suo battito cardiaco prese il ritmo normale, la sua mente ricominciò a funzionare razionalmente. Si era lasciata andare, si era fatta trasportare dall’euforia del successo sempre più vicino. Ma adesso basta...! Doveva procedere secondo il piano messo a punto e sviluppato con pazienza, nei più piccoli particolari da quasi un anno. Adesso era giunto il momento conclusivo.. il più delicato.. ma anche il più facile da attuare. Non doveva più fingere, doveva essere se stessa, come sempre, ed avrebbe avuto successo, quel successo che le spettava per diritto ! Terminata la doccia, ancora calda e profumata di sali da bagno, con l’accappatoio sulle spalle. Un asciugamano le copriva i capelli ora di un color nero corvino, si avvicinò allo scrittoio e tirò fuori un blocchetto. Quanta fatica per ottenerlo! Era un blocchetto di ricovero di un ospedale di una lontana cittadina dell’Oregon, dove era nata. Scrisse il suo nome con calligrafia nervosa e quasi illeggibile. Vi aggiunse la diagnosi, aggiunse la data del ricovero vi appose una firma illeggibile e, colpo di classe, vi applicò il timbro originale dell’ospedale ( che aveva sottratto furtivamente qualche mese prima, durante i cinque giorni di ferie natalizie che era riuscita ad ottenere). Ne scrisse una decina di bollettini... seguendo idealmente il decorso dell’operazione e della convalescenza. Il tutto per un periodo di 14 mesi. Per ultima, scrisse una lettera di una non meglio identificata signora Patricia Sanders in cui annunciava alla direzione della A. B. S. Corporation la morte di Violet Sanders come dall’allegato referto medico dell’ospedale ( con sopra quel suo bel timbro). Soddisfatta telefonò alla pizzeria sotto casa ordinando una pizza al prosciutto. Finalmente la giornata era finita e soddisfatta andò a dormire per l’ultima volta nel suo letto. L’indomani mattina portò le undici buste, con date diverse, ad una agenzia postale ordinando che fossero spedite alla data prescritta dalla città prescritta. Pagò la tariffa con in più una forte rata assicurativa che impegnava l’agenzia a versarle 10.000 dollari in caso di un qualsiasi disguido. Si era così assicurata la precisione delle... spedizioni. Dopo si diresse all’aeroporto dove s’imbarcò per l’Oregon. Prima però telefono in ditta, al capo del personale comunicando la decisione di ricoverarsi nella città nativa, vista la possibile lunga degenza, per poter avere l’assistenza dei suoi parenti... e che avrebbe spedito la documentazione necessaria....Auguri di pronta guarigione e di non pensarci... furono la risposta rassicurante. -“ Che ragazza precisa... ! “- Commentò Artur Miller, capo del personale dell’ ABS , indicandola come esempio alle sue impiegate.... Finalmente giunse a destino. Ma lei non uscì dall’aeroporto, si diresse alla Reception e chiese la consegna di un biglietto a nome di Marion Friends, prenotato 60 giorni prima. Marion Friends, non era un nome falso, erano semplicemente il suo vero secondo nome e il cognome della madre, da signorina, che alla ABS, ovviamente, non conoscevano. Ottenutolo si diresse verso il cancello d’imbarco per i CARAIBI...dove in una banca locale l’aspettava.... UN MILIONE DI DOLLARI ! Alla ABS non sarebbero mai riusciti ad accorgersi dell’ammanco di quella somma! Erano tutti gli arrotondamenti in meno degli stipendi dei dipendenti.... di quasi un anno, soldi che la ditta sottraeva dagli stipendi senza mai restituirli...per contratto. Ricordò il giorno che casualmente con il suo computer si era intrufolata nei registri contabili della ragioneria centrale ...con le entrate e le uscite, i passaggi da una ditta all’altra per schivare la mannaia del fisco, il susseguirsi di ditte su ditte, tutte fasulle, esistenti solo sulla carta, sulle quali la ditta scaricava fatturati inesistenti, da una all’altra, una dentro l’altra come tante scatole cinesi... Sarebbe stato difficile anche per loro, per i loro computer , per i loro specialisti scoprire che la W.M.S.F. Company, di Costarica, ditta con cui da nove mesi intrattenevano rapporti commerciali fittizi., non era altro che Willie Marion Sanders Friends, cioè lei, LEI ! E se pure ci fossero riusciti avrebbero sudato non poco a scoprire la sparizione di qualcosa che.... non doveva esistere.... il milione di dollari... appunto. E se anche avessero scoperto tutto certamente non l’avrebbero denunciato, mai! Sarebbe stato confessare il furto a danno dei dipendenti e l’evasione fiscale! Ed il Fisco negli U. S. A......... non perdonava!

FINE