I Miei Racconti







LUI


Seduto alla consolle del suo computer, con nel lettore Cd inserito un Compact degli anni Sessanta, l’auricolare infilato in un orecchio, scriveva una delle tante fantasie che lo aiutavano a smaltire lo stress accumulato durante la giornata.
Era tardi, come sempre del resto, l’ora indicata a margine dallo schermo de PC indicava 02.25. Più di una volta la moglie l’aveva invitato ad andare a letto a dormire. Ma non le aveva dato ascolto. Era in preda al sacro furore dello scrittore. La fantasia gli aveva preso la mano, anzi la mente. Digitava velocemente, parola dopo parola, senza neppure guardare lo schermo. La sua attenzione era tutta rivolta alla tastiera... e a scaricare su di essa tutto ciò che gli veniva in mente. Di tanto in tanto si fermava per salvare nel PC e su un dischetto quello che aveva scritto, così, senza rileggerlo, senza correggere gli inevitabili strafalcioni di battitura o gli errori grammaticali a cui, nella prima stesura non dava minima attenzione.
Così, solo così, chiuso in un mondo di fantasia, con negli orecchi la musica dolce della sua giovinezza, riusciva ad isolarsi.. ad essere se stesso... a dimenticare i problemi, tanti, che aveva accumulato in cinquant'anni a passa di vita non certo tranquilla e serena. In quelle occasioni dimenticava tutto... moglie .. figli... lavoro... debiti...malattie... colleghi... amici... tutto, il mondo non esisteva più. Solo con la sua fantasia, colloquiava con i suoi personaggi.
Chiedeva loro come continuare le avventure e questi gli rispondevano, indicando la soluzione preferita. A volte capitava che lui non fosse d’accordo, che quella soluzione non gli piacesse ed allora erano discussioni con i vari personaggi, quasi una contrattazione...
-“ Va bene, mi fai morire .. però da protagonista.. da eroe positivo.... “-.
Paranoia! Rasentava quasi la paranoia.... ma lui se ne accorgeva... e dava una frenata a quelle immagini che gli si accavallavano veloci nella mente e a cui non faceva in tempo a starci dietro.. a descriverle. A volte faceva dei dispetti ai suoi stessi personaggi. Questo lo divertiva molto, lo scaricava.. lo faceva sentire potente avere diritto di vita e di morte, come i Principi ed i Re medioevali, sul suo popolo. Difatti, quando si metteva al computer, diceva alla moglie, sempre più contrariata.... -“ Cara, hai ragione, questa volta non farò tardi, lo prometto, ma il mio popolo mi reclama!”-
La moglie lo guardava e scuoteva la testa. Non capiva... non poteva capire. Sopportava questa mania del marito perché in fondo non faceva male a nessuno, neppure a se stesso, e se poi serviva a farlo rilassare......!
Quella sera, anzi quella notte, LUI, era alle prese con una vicenda alquanto ingarbugliata. Aveva creato tanti di quei personaggi, una trama tanto complessa che adesso non riusciva ad uscirne fuori.
-“ E allora ? “- rivolto all’eroina del suo racconto -“ Adesso cosa intendi fare... come vuoi cavartela... ?”-. e Natascia, donna guerriero della steppa russa, gli proponeva:
-“ Seduco il capo delle guardie nemiche, poi lo faccio fuori, libero i prigionieri e scateno una ribellione con strage finale. Alla fine così gli oppressi trionfano e gli assalitori periscono. Mi raccomando, nella scena della seduzione... mettici tanta passione... mettimi affianco un uomo vero.... in fondo anche se fatta di fantasia, sono una donna.. molto calda e sensuale!”-
-“Ma va là, sgualdrinella da quattro soldi... ti faccio marcire nelle prigioni dello zar perché i soccorsi arrivano in ritardo e prima di morire devi soggiacere alle voglie turpi e sanguinarie del carceriere...”-
-“ Come ti permetti, io sono una brava ragazza, la vendicatrice del popolo oppresso....”-
-“ Ma se ti sei fatta tutta la guarnizione dei cosacchi di Minsk..!”-
-“ Che c’entra... quella era un’altra storia, adesso sono la Vergine Vendicatrice e mi devi rispetto.....”-
Così dicendo, offesa, scomparve in una nuvoletta bianca.
-“ Eh... queste donne.. come le fai sentire un po’ importanti... subito vogliono prendere il sopravvento! Va be’ facciamola contenta, il finale truculento può venirmi buono per un’altra volta.....”-
Una volta definito il finale del racconto,a grandi linee, LUI ricominciò a schiacciare i tasti della tastiera, sempre senza guardare lo schermo...così Natascia ebbe un giovane e baldo capitano da sedurre, dopo non solo non lo uccise, ma lo portò alla sua causa e con lui, ormai innamorato cotto, liberò i prigionieri ed andarono all’assalto degli oppressori.
Descrizione veloce della battaglia. Si soffermò su un salvataggio in extremis del giovane capitano da parte dell’ eroina del racconto e sull’uccisione, avvenuta per mano del soldato, del suo vecchio generale che tante angherie aveva fatto al popolo e che aveva mire poco pulite su Natascia.
Ora non rimaneva che un finale dove tutto si risolveva e tutto ritornava al suo posto, dove la situazione si normalizzava e dove ovviamente il capitano sposava Natascia e diventava il nuovo punto di riferimento del popolo.
Scrisse velocemente per parecchio tempo, secondo suo costume, senza sollevare gli occhi dalla tastiera, il più velocemente possibile. Non era un provetto dattilografo, correva dietro le immagini che gli si affollavano nella mente, cercando di metterle in ordine, in fila una dopo l’altra cronologicamente e collegandole le une alle altre nel modo migliore. In fondo era un dilettante, mica uno scrittore vero! Quelli avrebbero fatto più in fretta e meglio! Dettando il pezzo alla loro segretaria, avrebbero potuto avere la mente più libera di escogitare nuove situazioni. Era la ragazza poi che doveva correre dietro alle parole e, da provetta dattilografa, sicuramente ne sarebbe stata capace.
Finalmente arrivò alla fine del racconto.
Punto e a capo. Maiuscoletto. Allineamento centrale. Grassetto. Formato 24. Scrisse la parola fine distanziando di uno spazio le lettere. Aveva finito. Ora finalmente alzò lo sguardo sullo schermo.
Per poco non gli prese un colpo: invece della pagina Word sullo schermo vide tutti i personaggi del suo racconto che applaudivano.. che scandivano il suo nome! Al centro del gruppo Natascia, con il suo uomo, gli sorrideva, poi si sporse dallo schermo e allungando le mani verso il suo viso, lo accarezzò e gli stampò un bel bacio sulla bocca...
-“ Grazie, sei stato bravo, se non avessi trovato sto’ pezzo di capitano..... avrei fatto un pensierino su di te ! “-
Per la miseria ! Era forse impazzito ?
Ad un tratto si sentì scuotere una spalla e udì la voce della moglie...
-“ Lo sapevo io che andava a finire così! Sta dormendo sul computer...! Ma vieni a letto che sono quasi le quattro e fra tre ore devi andare a lavorare!”-.
Lentamente, con timore, lanciò uno sguardo verso lo schermo...e vide quello che era ovvio ci fosse: una pagina Word scritta per metà e con una lettera da sola che si ripeteva:

W W WWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW

Un pensiero gli attraversò la mente... inconsciamente aveva avuto l’approvazione anche.........del computer!
La lettera W non significava forse Evviva ? Non era un consenso? Colpito da questa ultima intuizione... la memorizzò per un’eventuale utilizzazione futura.
Salva con nome. Sostituisci. Esci. Avvio. Chiudi sessione. Adesso si può spegnere il computer. Clic. Power.
Felice e per niente stanco seguì la moglie in camera da letto.
Un’altra giornata della sua ultima strana vita si era conclusa. Ora poteva riposare sereno.. anche se per poche ore...
Sarebbero bastate.

FINE