I Miei Romanzi



IL VILLAGGIO DI ERIK
(20 capitoli)


CAPITOLO PRIMO




Faceva il fabbro. Era il maestro del ferro. Nel villaggio era stimato ed ammirato per la bravura con cui riusciva piegare ai suoi desideri un metallo così duro. Per questo quando, ad Alpenberg, si dovette eleggere il borgomastro, il paese, a stragrande maggioranza, fece il suo nome. Il loro era un piccolo villaggio ai piedi di grandi montagne. Contava duecento anime, ma era molto importante: era l’ultimo agglomerato umano delle Volkenland sulla strada del sud, dove si diceva vivessero mostri ed esseri dai poteri sovrannaturali. Mostri ed esseri che solo le alte montagne e la povertà della loro terra, teneva lontani. E’ facile immaginare che pochi erano i viaggiatori che si avventurassero per quelle strade, e che , pertanto, il villaggio viveva le sue giornate isolato dal resto del paese. Questo isolamento era rotto dai suoi stessi abitanti, quando si recavano ad Jasburg, la città più importante del paese, per approvvigionarsi di generi di prima necessità. Jasburg era anche sede di una guarnizione di soldati imperiali, unico segno, in quelle terre, dell’esistenza dell’Imperatore che preferiva vivere nelle lontane terre del nord, in un castello, si diceva, più grande di dieci villaggi e circondato da mura spesse e alte come grandi montagne. I suoi soldati erano coraggiosi e forti, esperti nel maneggio della spada e dell’arco.Sul loro conto circolavano delle leggende. Sull’Imperatore, poi, si vociferava che avesse poteri sovrannaturali. Nessuno, però, lo aveva mai visto,quindi la fantasia aveva libero spazio nelle notti passate attorno al focolare. Si raccontava che, da solo, avesse affrontato e distrutto un intero esercito di mostri e creature alate che sputavano fuoco mandatagli contro dal Signore delle Terre del Sud bramoso di ampliare i suoi domini. Ad ogni buon conto,ad Alpenberg erano ben contenti di questo stato di cose: non pagavano tasse! Il loro obbligo annuale, nei confronti dell’Impero, era la fornitura per un anno di tutti i giovani che avessero compiuto i vent'anni, il loro equipaggiamento completo e cinquanta spade. Il loro villaggio era famoso per il lavoro del ferro: ne menavano vanto. Quando nelle fiere si incontravano con gente di altri villaggi, erano rispettati e ammirati. Mastro Erik, quindi era stato eletto Borgomastro. Questa carica, oltre che onorifica, comportava anche un minimo di impegno politico e sociale e, a volte, anche scocciature. Al Borgomastro difatti competeva accogliere, una volta all’anno, la visita di un rappresentante dell’Imperatore e della sua numerosa scorta, che veniva ad esigere il loro contributo, cioè i giovani, le spade e a riportare i reclutati dell’anno precedente. A lui competeva, perciò tenere aggiornato il censimento della popolazione del villaggio: arrivi, partenze, nascite, morti. Pertanto, il primo giorno di Primavera, doveva aver pronto l’elenco di chi dovesse partire e fare il riscontro di chi ritornasse. Spesso alcuni dei giovani non facevano più ritorno, per libera scelta o perché, ahimè, non erano stati fortunati! A dire il vero, negli ultimi dieci anni, non vi erano state guerre importanti, se si esclude qualche scaramuccia ai confini con le terre del Sud che, ogni anno, causava una decina di caduti. In questo caso, alla famiglia degli sfortunati, veniva data una rendita in natura: grano e maiali. Per questo motivo l’arrivo del rappresentante dell’Impero, in tutti i villaggi, era atteso con ansia, non solo per il ritorno dei giovani, ma anche, purtroppo, per la fornitura di eventuali “ rendite”. Il loro villaggio era uno dei più fortunati:sino ad allora non gli erano toccate "rendite". Qualche giovane non era ritornato, per libera scelta. I casi erano due, o aveva scelto di fare il soldato per sempre, ed in tal caso poteva trasportare la sua famiglia nella casa che l’imperatore gli assegnava e vivere degnamente con la propria paga, oppure, abbagliato dalla grande città o dai begli occhi di qualche ragazza, decideva di vivere altrove, ed in tal caso....fatti privati! Una volta assolto il dovere con l’Impero, e solo allora, le Volkenland erano la sua patria e si poteva scegliere dove vivere! Sino ad allora si era obbligati a vivere nel villaggio natio e ad imparare un mestiere, un’arte qualsiasi. Mastro Erik, dicevamo , era stato eletto Borgomastro a causa della morte per vecchiaia del suo predecessore. Il paese, riunitosi nell’unica piazza, lo aveva eletto per alzata di mano. Era tradizione che a tale carica potessero accedere solo i Maestri, cioè coloro che eccellevano in qualche arte o mestiere e che avevano presso di loro molti discepoli ad impararne i segreti.Era naturale che, essendo Alpenberg famosa per il lavoro del ferro, fosse eletto a tale carica un Maestro di quell’Arte.Per quello che lui ricordava... non era successo mai diversamente. Anche la strada per diventare Maestri era costellata di regole ben precise. In ogni villaggio vi dovevano essere, per legge, due Maestri per ogni arte o mestiere: uno anziano, che faceva da punto di riferimento, ed uno più giovane, pronto a sostituirlo anche solo temporaneamente o in toto quando "fosse andato via". In questo caso il giovane, e solo in questo caso, aveva l’obbligo di “ promuovere “ a Maestro il migliore dei discepoli... e per un anno associarlo alla sua bottega, per poi lasciarlo libero di crearsene una propria, di avere discepoli.Tutto questo, per legge, ed in tutti i villaggi stavano bene attenti a rispettarla. A volte capitava che mancasse la sostituzione, per vari motivi o perché quell’arte nel villaggio fosse poco “ sentita” o ci volesse una vera e propria vocazione. Questo capitava con i Dottori, i Giudici e gli Scrivani. In tal caso, dietro segnalazione dei Borgomastri, l’ Impero pensava a mandarne uno d’ufficio. Insomma, in questo campo, tutti i villaggi dovevano essere autosufficienti e le deficienze venivano pareggiate d’autorità. Ovviamente, più era importante e grande il villaggio, più c’era concorrenza ad occupare tali posti. Il nostro villaggio eccelleva nelle Arti manuali ma aveva forti carenze nelle Arti che implicavano un forte impegno intellettivo....a Jasburg, per esempio, capitava il contrario e, a causa della popolazione molto numerosa, aveva sempre bisogno di carpentieri ed artigiani e aveva un’eccedenza di legulei, medici e di scrivani. In tal modo c’era un continuo flusso di menti e di braccia dal centro alla periferia e viceversa. Per questo motivo nelle Volkenland era molto sentito il concetto di patria. Se a questo si aggiungevano i giovani che per un anno venivano allontanati dalle loro case e venivano mandati in altre terre, in altre città, a conoscere altri usi e costumi, a conoscere altre culture,era chiaro perché crescesse il concetto di fratellanza e venisse sempre meno il campanilismo becero fra contrade diverse. L’impero era riuscito, con semplicità e poca spesa, ad amalgamare popoli diversi in una sola nazione chiedendo ad ognuno di essi solo quello che potevano dare e che, oltretutto, erano ..orgogliosi di dare. Questa compattezza li aveva salvati dall’essere invasi dall’Impero delle Terre del Sud, che cercava di seminare discordia, senza riuscirvi, fra le diverse etnie, e cercava, al loro interno, alleati per sopraffare villaggi e città confinanti.Questo modus vivendi durava da quasi duecento anni: in tale periodo l’esercito delle Volkenland era dovuto intervenire solo rare volte, e sempre ai confini meridionali, per respingere bande armate che tentavano di assalire villaggi isolati per depredarli. Tornando a Mastro Erik, visto che era quasi destino diventasse Borgomastro, quando questo accadde...non s’inorgoglì più di tanto.Lo prese come un evento inevitabile, una seccatura in più. Anche perché il primo giorno di Primavera era ormai prossimo....e lui doveva fare in fretta dimestichezza con le “ scartoffie “ ed i documenti, ma soprattutto doveva preparare la lista dei giovani partenti. Per fortuna il suo predecessore era stato un uomo molto meticoloso e preciso, e i suoi scrivani gente coscienziosa e ... puntuale. Giunse finalmente il giorno tanto atteso dalle famiglie, dai giovani, dalle ragazze.... ed anche da lui, per motivi diversi, ma accomunati dalla stessa ansia. A metà mattinata fu annunciato l’arrivo della carovana. Questa volta erano pochi soldati ed un capitano. L’ufficiale appena entrato nel villaggio, saltò dal cavallo e dirigendosi verso Erik gli fece segno di voler parlare in disparte. Accigliato Erik accompagnò l’uomo nel suo ufficio. Non aveva visto i ragazzi del villaggio che dovevano essere di ritorno, aveva notato la sorpresa della sua gente, ma soprattutto il viso ” serio “ dell’ufficiale, in un’occasione che di solito si prestava a scherzi e sorrisi. Una volta soli nell’ufficio -“ Perdona il mio comportamento Mastro Erik “- Incominciò il capitano -“ Mi chiamo Ludvig, e mi onoro di essere il capitano degli arcieri dell’esercito imperiale. Il momento è grave! Trenta giorni fa, alcune bande delle Terre del Sud, più numerose del solito, hanno sfondato i nostri confini all’altezza della Grande Foresta, presso le rive del Fiume Nero. Hanno annientato tre nostri fortini a protezione delle frontiere, cogliendoli di sorpresa, nella notte. Nessun superstite! Fra di loro c’erano due dei tuoi giovani. Hanno assalito e raso al suolo tre villaggi limitrofi ammazzando gli uomini e i bambini, portandosi via le donne, quelle giovani.Hanno risparmiato solo le vecchie, ordinando loro di comunicarci che hanno in animo di invadere e distruggere, pezzo per pezzo, villaggio dopo villaggio tutta la nostra nazione. Hanno intenzione, Zordak, il loro Imperatore, ha intenzione di giungere sino a Jasburg per poi sfondare nelle Terre del Nord e radere al suolo il castello di Sigfrid IV , il nostro Imperatore. E' Guerra, di difesa....ma GUERRA in tutti i sensi, con tutte le implicazioni che essa comporta! “- Erik, sconvolto, quasi non voleva accettare la parole appena ascoltate -“ Ma...siete sicuri che..... non potrebbero essere comunicazioni fatte da persone naturalmente sconvolte ?....Non hanno mai tentato l’azione diretta..... sanno di essere sconfitti...in una battaglia in campo aperto...l’esercito dell’Imperatore è troppo più forte di loro.. più ben equipaggiato...addestrato! Oppure non potrebbero essere parole dette in un momento di esaltazione o per metter paura?“- L’ufficiale sorrise amaramente....-“ Abbiamo anche pensato a questa probabilità. Abbiamo mandato dei perlustratori dietro le linee nemiche. Non si tratta di bande isolate. Sono stati visti circa un milione di soldati, macchine da guerra di tutti i tipi, uomini di tutte le razze. Sono stati visti anche compagnie di Gnomi e di Elfi, e questo è un segnale molto grave. Di solito questi due popoli si mantenevano al di fuori delle beghe degli uomini. Invece oggi sono loro alleati.Solo con l’aiuto degli Gnomi, abitatori dei boschi, hanno potuto attraversare la Grande Foresta senza caderne vittima. Poi non vi ho detto ancora tutto. Il fatto più grave, più pericoloso.... “-. Tacque... quasi che le sue parole gli pesassero, quasi che la gravità di quello che stava per dire lo sopraffacesse... gli levasse ogni forza. -“ Cosa ci può essere di più grave di un milione di soldati...dei popoli delle foreste e delle montagne loro alleati...cosa ci può essere di più grave? In verità se non vi conoscessi come un valido e coraggioso soldato, dubiterei di voi!”- -“ Ma non avete capito? Hanno preso di sorpresa tre fortini, uno dopo l’altro, già allertati. Hanno raso al suolo, letteralmente, senza l’aiuto di macchine, tre villaggi con case di pietra....di quelle case non esiste in piedi nulla neppure il più piccolo mattone.....”-. -“ Ma.....”-. -“ Ma ...un corno.... ! Le donne superstiti ci hanno riferito di averli visti comparire all’improvviso dentro casa..... erano invisibili sino a qualche istante prima....e poi si sono materializzati di colpo a pochi centimetri da loro, facendo una carneficina.....Da tutti e tre i villaggi distrutti abbiamo avuto le stesse testimonianze.Da donne che non si conoscevano, da donne che non sapevano degli altri villaggi. Non solo! Ci hanno riferito di mostri volanti, rivestiti di squame, grossi come tre cavalli, con zampe grosse come tronchi d’alberi e forniti di artigli lunghi come spade, volavano e sputavano lunghe lingue di fuoco con le quali hanno....incenerito, non incendiato, ma direttamente incenerito le case. Hanno visto i corpi dei loro uomini liquefarsi come se fossero stati di cera. Hanno visto questi mostri alati calare sul villaggio e nutrirsi della gente che cercava di fuggire....e a cavallo di questi...mostri...hanno visto delle sagome molto piccole di uomini...Elfi....Questi mostri erano guidati da Elfi... Hanno visto morire i propri mariti trafitti da lance scagliati da orrendi giganti dalla pelle nera, vestiti di un semplice perizoma, con al collo collane fatte di ossa bianche. Correvano emettendo suoni terribili. Hanno visti altri esseri dalla pelle giallastra, con la testa rasata, che si muovevano da un posto all’altro, facendo piroette brandendo spade affilate. Dopo il loro passaggio, per terra rimanevano corpi mutilati. Hanno visto giganti, vestiti di pelli, con un solo occhio nel centro della fronte, spazzare con una sola mano venti uomini. Hanno visto la crudeltà e la ferocia degli uomini sulle donne giovani e persino sulle ragazze.....farle a pezzi, dopo averne abusato e dare in pasto i macabri resti ai loro animali. E tutto questo è vero, i nostri esploratori ci hanno riferito di banchetti a base di carne umana!”- Tacque vinto dalle sue parole, abbattuto dall’orrore di quello che aveva raccontato -“ Se ci volevano terrorizzare, ci sono riusciti. Per questo motivo, tutto quello che vi ho detto, non deve uscire da queste mura, altrimenti sarebbe la disfatta.... prima ancora di combattere.....e sarebbe quello che si prefiggono..... ! Alla gente diremo tutto, senza questi particolari. La gente deve avere un minimo di speranza.... per combattere. Quando gli esploratori sono ritornati ed hanno riferito quello che hanno visto, ci sono state molte defezioni nella mia compagnia.Tutta gente in gamba, tutti valenti soldati, coraggiosi, che avevano dato altre volte prova del loro ardire, eppure sono fuggiti e con loro anche tutto il gruppo degli esploratori.Per fortuna sono stati ripresi tutti, prima che spargessero le notizie. Ora sono chiusi in celle isolate, senza avere contatti con alcuno. Persino i soldati della scorta con cui sono arrivato, non conoscono tutta la verità. Ne sono a conoscenza, per ordine dell’Imperatore tutti i Borgomastri, oltre agli ufficiali superiori dell’esercito....e tutti sono stati sottoposti a giuramento di non divulgare......E’ necessario che i capi sappiano.... è necessario che tutti gli altri...non sappiano... cosa ci aspetta...”-. Tacque, sfinito si sedette e guardò con intensità Erik. Aspettava la sua reazione.... voleva sapere di che tempra fosse, questo Borgomastro appena eletto. -“ Allora....”- la voce di Erik, si fece sentire cupa e silenziosa...-“ Allora per noi non c’è speranza.... perché combattere ? Perché resistere ? “-. -“ Perché uccideranno, COMUNQUE, tutti quelli che incontreranno sulla loro strada...senza distinzione....perché occorrerà rallentare la loro avanzata....in attesa......”-. -“ In attesa di che.... ? Parla.... a questo punto ho il diritto di sapere....giuro tutto quello che vuoi....In attesa di che ? Cosa può fare l’esercito dell’Imperatore.... ? Nulla.. ! “- -“ In attesa dell’esercito, si ! “- Rispose punto sull’orgoglio il capitano -“ Ma soprattutto in attesa che il nostro Imperatore riesca a convincere l’unico popolo che può tener testa a queste.... bestie ! La Magia Nera si combatte con la Magia Bianca....In questo momento....mentre ti parlo....lo stesso Sigfrid IV è in viaggio oltre i confini delle Terre del Nord....per raggiungere le Terre dei Druidi....gli unici che, con la loro magia, li potrebbero fermare......Non dimenticare che il nostro Imperatore è un discendente di quel popolo....possiede ancora dei poteri.... ma la lontananza dai suoi simili e matrimoni misti... ne hanno attutito gli effetti....Occorre tempo, dobbiamo guadagnar tempo ad ogni costo. Se i Druidi accettano di aiutarci... il nostro unico nemico è il tempo...”- -“ Ma allora perché tanta paura.. ? Se il Nostro Imperatore è un loro discendente... accetteranno sicuramente.. poi i Druidi sono un popolo di Maghi che si sono sempre opposti alla Magia Nera....”- -“ La difficoltà consiste nel fatto che i Druidi non hanno un capo...ognuno pensa per se... ognuno è capo di se stesso... dovremmo convincerne la maggior parte.....e sicuramente più di uno...e poi sono più di cento anni che non si fanno nè vedere nè sentire.....potrebbero essersi estinti.. potrebbero aver cambiato regione....Di loro non si sa più nulla.... !”-. -“ Avevi detto......”- -“ Ho qui un plico sigillato dall’imperatore per te...ed uno da leggere o che tu, se vuoi, leggerai alla tua gente. In breve, l’Imperatore ordina, che tutti i giovani dai venti ai venticinque anni vengano armati e mi seguano.... che la vostra fornitura salga da 50 a 100 spade...che tutti gli artigiani....del legno...costruiscano archi e frecce...catapulte...e arieti ed ogni altra macchina da guerra.... di cui darò i disegni...La consegna dovrà avvenire il più presto possibile. Inoltre saranno accettati volontari di età superiore ai 25 anni, saranno addestrati e messi a difesa del villaggio. Il grosso dell’esercito è in viaggio per le nostre terre, ma ci vorranno venti giorni almeno prima del loro arrivo. Nel frattempo la guarnizione di Jasburg è già qui, schierata ai confini della Grande Foresta e sulle rive del Fiume Nero. Questo sono le notizie che ho l’ordine di leggere al popolo.Ti ho detto tutto.... ! Ora tocca a te... ! “- -“ Tocca a me... ? E in che modo.. se un intero esercito... se nemmeno l’Imperatore è sicuro di riuscire...... ? Cosa posso fare io ? Sono un semplice Borgomastro.....Un fabbro..... Posso solo fornirti la lista dei giovani che....saranno condannati a morte certa... ! Questo posso fare..... condannare a morte dei... giovani e sono io che devo...scegliere..... ! “- -“ No ! E’ l’Imperatore che ha deciso! Tu , come me.. hai l’obbligo di obbedire... ! Non hai nessuna colpa.... Il tuo compito sarà quello di comunicare tutto quello che di strano ed... inusuale capiti nel tuo villaggio...e di presentarmi alla tua gente, così potrò informarli della nuova situazione e reclutare altri giovani...Sono gli ordini che io...... devo rispettare!”-