I Miei Romanzi



LA GROTTA DEL GRANDE SOLE
(20 capitoli)

CAPITOLO SECONDO


Il Sig. Carpenter, sprofondato in una poltrona, dietro una scrivania, con alle spalle una robusta cassaforte, attorniato da pareti coperte da centinaia di libri, mi guardava attraverso delle grosse lenti. Aveva un aspetto austero e tutto sommato onesto, da galantuomo; ma poteva mai esserlo un uomo che si era fatto dal nulla? Poteva essere "onesto" un uomo che da vaccaro era diventato " padrone"? Chissà quanti raggiri e perfidie aveva messo in atto fidando forse su quel suo aspetto da galantuomo. Il silenzio cominciò ad imbarazzarmi, ed io che ero rimasto in piedi pensai che era arrivato il momento di presentarmi. -" Buongiorno, Sig. Carpenter, devo ringraziarvi per avermi salvato e curato, mi chiamo Roger, Roger Goldwill, figlio di George Goldwill di Kansas City e di Alma De La Cueva di Posada. La mia casa e la mia famiglia sono in Messico dove sono nato, in un punto imprecisato, su un carro guidato da mio padre alla perenne ricerca di fortuna o forse di se stesso. Sappiate che, se lo desiderate, saprò sdebitarmi nel modo che riterrete più opportuno; ho un gran desiderio di ritornare da mia moglie e dai miei figli, ma le mie attuali condizioni ancora non mi permettono di rimettermi in viaggio, pertanto....... pertanto vi chiedo di poter ancora fermarmi presso il vostro ranch, con le mansioni che voi vorrete e che sento in dovere di espletare......"-. -" Basta così, Sig. Goldwill, o come diavolo vi chiamiate. Non credo ad una parola di quello che avete detto, perché.... perché io al vostro posto, forse, avrei fatto lo stesso. Voi avete sangue messicano nelle vene come io sono figlio di Toro Seduto. Ma se a voi piace così, così sia con me e i miei uomini, non voglio sapere nulla della vostra vita, e nulla mi dovete. Potete restare ospite da noi fin quanto vi aggrada, senza sentirvi in debito. Potete andare. A proposito" - Disse vedendo che io non mi schiodavo dal punto in cui mi trovavo - " sono in possesso di qualcosa di vostra proprietà, non posso dire se sia proprio tutto quello che avevate, conosco troppo bene i rancheros per fidarmi della loro onestà e, per questo motivo, vi consiglio di lasciarne a me la custodia, sino a quando non decidiate di andarvene, per la vostra incolumità' "-. Così dicendo, aprì la cassaforte e ne trasse fuori la borsa di pepite piena solo a metà -" Dalla vostra espressione vedo che faccio bene a non fidarmi dell'avidità dei miei uomini e me ne scuso, ma d'altra parte vi hanno pur salvato la vita."- Mi fissò con uno sguardo freddo ed indagatore, sembrava che mi stesse valutando, che stesse analizzando ogni minima parte del mio volto per scoprirne le emozioni, quasi volesse leggermi nel pensiero. Non disse più niente suonò un campanello alla sua destra e per incanto comparve un vecchio che mi indicò la strada per andar via. Mi portò in una stanza della stessa palazzina. -" Per la vostra incolumità da oggi alloggerete qui, alla parete c'è una fune, tiratela e mio figlio verrà di corsa, si chiama Robert. Ah...quasi dimenticavo, quando vorrete parlare col Sig. Carpenter ditelo a Robert ed aspettate"-. Se ne andò come era comparso: nel più assoluto silenzio. Mi guardai intorno: una stanza ampia, molto luminosa, un grande letto a due piazze, una poltrona, uno scrittoio, alcuni libri, pareti in velluto, tappeti a profusione. un quadro a carattere religioso e poi una fune dorata appesa alla parete, vicino al letto, poco discosta una porta ricoperta di velluto come la parete, l'aprii: una piccola stanza con finestra e con tutto il necessario per la pulizia del corpo. Tutto bello....... troppo bello, ci doveva essere sotto qualcosa, vuoi vedere che......gli avidi non sono solo i rancheros ? Bussarono alla porta -" Avanti"- . Era Annie che aveva portato dei vestiti puliti: -" Buongiorno sig. Roger, ecco degli indumenti puliti, spero che le vadano bene, se ha qualche esigenza lo dica a Robert, ...e poi.... se ha qualche desiderio......."- Così dicendo mi si avvicinò mettendosi in mostra il più possibile, il suo viso a pochi centimetri dal mio, quel suo sorriso invitante, quel suo profumo di buono...l'abbracciai per baciarla, si divincolò ridendo -" eh.. eh.. come corre, è proprio affamato lei "-. Andò via chiudendo con garbo la porta dietro di se per poi far capolino. -" Stasera, se vuole, non chiuda a chiave la porta ...ah.. ah ". La sua risata argentina mi entrò nel sangue facendomi provare brividi di piacere. Facile.... tutto troppo facile ! Perché? Non di certo per il mio fascino da trentenne vissuto, prima d'ora non avevo avuto tanto successo! Allora perché adesso ? .... Che stupido! Tutto era legato alle pepite....certo, alle pepite e a quello che esse implicavano: la miniera! Cercavano, tutti, di arrivarci con le loro armi: la bella Annie col sesso, i rancheros con la forza ma erano stati subito spiazzati da Carpenter. Già...... Carpenter , sinora sembrava l'unico disinteressato, o anche questa era una tattica, un modo per carpire la mia fiducia ? Dovrò andarmene al più presto, questa è una prigione, dorata, ma pur sempre PRIGIONE. Non solo andarmene, ma fuggire di nascosto sperando di non essere inseguito. Il mio primo pensiero era quello giusto, fuggire, EVADERE facendo perdere le tracce. Pazienza per le pepite: la vita vale di più. Però nel frattempo perché non assecondare tutte queste.......manovre? Chissà che nel frattempo non possa capitare qualche occasione migliore.... e poi quella Annie...... mmmh ! C'erano ancora due persone che non avevo visto: Silvia la figlia di Carpenter e Robert il ragazzo messo al mio servizio. Tirai il cordone e come promesso nel giro di pochi istanti comparve un ragazzone alto e biondo, due spalle che sembravano un armadio, un sorriso gioviale ed anche lui un aspetto genuino. -" Eccomi Sig. Roger, sono Robert, desidera ?"- -" Vorrei alcune informazioni, se puoi darmele: vorrei conoscere meglio la casa, per esempio...vediamo, il pranzo, ecco per il pranzo, quali sono gli orari e poi se mi puoi dire qualcosa sui Carpenter .......e poi tu non sembri figlio di tuo padre, con quei capelli biondi e la carnagione rosea, sembri di origine irlandese o perlomeno nord-europea "-. -" Per quanto mi riguarda, ha proprio indovinato, io sono stato adottato, i miei genitori irlandesi furono uccisi dagli indiani, fui salvato dal Sig. Carpenter in persona che mi strappò dalle mani dei pellerossa. Per il pranzo, non ci sono orari fissi, il padrone pranza sempre da solo nel suo studio e quando ne ha voglia, la signorina Silvia è raramente in casa, e quelle poche volte che è presente, ci onora della sua presenza nelle cucine. Inquanto a lei, può scegliere di mangiare in camera, con noi in cucina o con gli uomini del ranch, ma questa ultima evenienza è caldamente sconsigliata dal Sig. Carpenter; inoltre può chiedere per il pranzo e la cena quello che più le aggrada, basta dirlo in tempo. La mattina vanno bene latte uova e pancetta ? La famiglia Carpenter è composta da due sole persone: padre e figlia. Non ricordo che ci sia stata mai una madre, o almeno non se ne parla mai. Il capo, come ripeto, mi ha salvato la vita e mi ha dato una istruzione, di solito aiuto mio padre come segretario e subentrerò a lui quando sarà tempo. Per lui darei la mia vita e affronterei chiunque tentasse di fargli del male. La signorina Silvia è una ragazza molto indipendente ed impegnatissima a livello culturale ed assistenziale. Passa la maggior parte del suo tempo in città, presso il centro di assistenza fondato da suo padre. Di più non posso dirle, ma penso che questo per lei sia più che sufficiente. Ancora una cosa, può disporre di me come meglio ritiene opportuno. Ordine del Sig. Carpenter !". -" Va bene, ti ringrazio,.. un’altra cosa...le scuderie ? "- -" Sono a destra della casa, quando vorrà visitarle non dovrà fare altro che dirmelo, se vorrà provare un buon cavallo, quando lo riterrà opportuno, le farò preparare il migliore. Altro signore? " - Al mio diniego andò via silenziosamente. Sembrava una caratteristica della casa: tutti apparivano e scomparivano senza fare il minimo rumore. Però! Carpenter aveva organizzato bene la sua vita, tutta regolata, tutti ai suoi ordini, e che venerazione nei suoi confronti! A quanto pare non potrò contare su nessuno dei domestici. Nel frattempo imbruniva e cominciai ad accusare tutta la stanchezza accumulata nelle ore precedenti, mi avvicinai al letto, lo saggiai: ottimamente molleggiato e naturalmente silenzioso. Mi lasciai scivolare voluttuosamente su di esso dando un po' di riposo alle mie ossa e mi addormentai. Fui risvegliato più tardi, era già buio, dal tocchettio alla porta. Era Annie con un vassoio fra le mani e il solito sorriso sfrontato stampato sul viso. -" Le ho portato da mangiare, Sig. Roger "- Era l'unica che mi chiamasse per nome - " non aveva prenotato niente per cena e mi sono permessa di scegliere io, spero che quello che vede ... sia di suo gradimento"- Così dicendo si chinò in avanti mostrando generosamente quello che la sua scollatura faceva fatica a contenere - " Sa, la signorina Silvia è rimasta in città, la mia giornata è finita....e sono libera di fare tutto quello che voglio........"-. Seppe dimostrarmi con dovizie di particolari quel che voleva e sapeva fare... e che ardore metteva nel suo .......tempo libero ! La mattina giunse veloce. Quando mi svegliai non c'era più tracce di Annie nella stanza. Annie ah....che notte ! Anche lei faceva faceva parte del complotto ? O tutte quelle domande, fra una effusione e l' altra, sulle mie disavventure nel deserto erano figlie di un interesse personale ? Forse l'aveva mandata Carpenter per farmi rilevare il segreto della miniera! Era stata proprio brava... superba, e se non fossi stato sul chi vive, sicuramente avrei spifferato tutto ! ME NE DOVEVO ANDARE ! E presto anche, prima che passassero a tentativi più... spicci! Entrò Robert con latte, uova e pancetta e quel profumo risvegliò in me l'appetito che i pensieri sino a quel momento avevano mascherato. -" Ciao Robert, buona giornata " -. - " Buon giorno Sig. Goldwill, ha dormito bene, spero"- Notai un lampo malizioso balenargli negli occhi. Sapeva di Annie !...Tutti lo sapevano, era la tattica scelta! -" Fammi sellare il miglior cavallo, il più veloce, voglio sgranchirmi un po', basta poltrire, per il rientro fammi preparare delle belle bistecche con fagioli, le divorerò con gran gusto. Penso di rientrare a pomeriggio inoltrato"-. Non mi sorpresi di questa mia improvvisazione. La velocità di decisione spesso mi aveva salvata la vita e per questo seguivo sempre il mio istinto senza pensarci due volte. La fuga era decisa ! -" Sarà fatto, fra mezz'ora avrà pronto il cavallo ben equipaggiato, le consiglio di portarsi la colt. Altro ? - " No, grazie, puoi andare"-.