I Miei Romanzi



DETROIT
(21 capitoli)




CAPITOLO PRIMO



Vagava per la città, stordito, senza una meta. Camminava senza sapere dove andare, con la mente persa in mille pensieri. Incurante del traffico intorno a lui, per fortuna scarso a quell’ora della notte. Era stato invitato da “lucciole” speranzose di un altro cliente, era stato bersaglio delle attenzioni d’alcuni ubriachi che lo invitavano ad unirsi a loro per fare “bisboccia”. -” Ma dove vai !… hic… Cosa pensi? Non è così tragico… hic... vieni con noi, con la nostra amica bottiglia… Lei non… hic... lei non tradisce mai !”- E giù schiamazzi e altre frasi smozzicate ed incomprensibili. Ma Nick non le aveva udite. Nick non sapeva neppure chi fosse, dove si trovasse, perché rimanesse lì a farsi bagnare il viso da milioni di goccioline che la pioggia scaricava giù in quella grande città conosciuta nel mondo con il nome di Detroit. Detroit! Era stata la sua meta sognata sin da quando, fanciullo, sentiva i discorsi dei “grandi”. Era stato l’incubo della SUA GIOVINEZZA! La grande città, ricca di misteri, di divertimenti, di vita! Era riuscito a raggiungerla quella stramaledetta città! Si era inserito in quell’inferno di milioni di diavoli. Poveri diavoli, come lui, costretti a turni rotatori in enormi fabbriche. Schiavi tutti del Dio denaro. Tutti asserviti dal mostro che regnava sovrano: l’automobile. disegnarla, sognarla, venerarla, ad inchinarsi a lei come davanti ad Quarantacinque anni, spesi a ripararla, venderla, costruirla, un Totem… magico. No… non era giusto, si era inchinato, questo si, ma non a lei, ma a chi possedeva le sue “chiavi”, a chi possedeva le leve del potere! Ed ora era stato buttato via, come uno.. straccio: -“ Rinnovamento della linea produttiva “- Gli era stato detto con finto imbarazzo. -“ Capisci la Compagnia è costretta a seguire i tempi… Il mondo è dei giovani…. Ha bisogno di idee nuove... energie fresche. Poi tu con la tua esperienza non faticherai a trovare un’altra sistemazione… Potresti persino metterti in proprio… Hai la stoffa…! Pensa... sarai padrone di te stesso. Diventerai un nuovo manager.. Chissà che fra qualche anno non sarai nostro acerrimo concorrente..! “ Un sorriso ipocrita, una falsa bonomia. Una busta con dei fogli verdi, piccoli, rettangolari… per ripagarlo della sua dedizione. Un regalo… era un regalo per i suoi meriti. Aveva dovuto anche ringraziarli! Maledetti! Un anno! Era trascorso un anno da quel giorno. Ma non era successo nulla. Dapprima si era illuso di trovare un nuovo impiego, un nuovo lavoro, a tutti i livelli. La risposta era una sola, sempre la stessa, a volte garbata, a volte sottintesa, a volte brutale: -“Ci dispiace, ha un buon curriculum, ha grande esperienza, ma noi abbiamo bisogno di gente giovane… Ventenni da lanciare con il loro entusiasmo, anche i loro errori, ma soprattutto abbiamo bisogno di idee nuove….”- Sempre lo stesso ritornello, ripetuto in salse diverse ma dallo stesso significato: VECCHIO. A quarantacinque anni! Assurdo! E capitava proprio a lui! Aveva allora cercato di mettersi in proprio. Delle auto conosceva tutto: il loro motore, come ripararlo, come venderle, le aveva anche disegnate. Alcuni modelli che andavano per la maggiore erano state disegnate anche da lui, avevano qualche sua intuizione! Non doveva essere impossibile incominciare tutto di nuovo. Già !.. Ma le banche non accettavano l’esperienza a garanzia dei loro soldi! Un anno… Un anno in cui gli era capitato di tutto. Era stato abbandonato dalla sua donna, compagna degli ultimi suoi dieci anni, che si era preso tutto. Che imbecille era stato ad intestargli la sua vita: case, macchine, barca.. per evitare gli strali del fisco! Gli avvocati “dell’adorata mogliettina” lo avevano ripulito sino all’osso! Gli erano rimasti solo gli oggetti personali e gli abiti! Il conto corrente, ovviamente intestato ad entrambi aveva subito un pesantissimo salasso. I soldi erano finiti. Non aveva lavoro. Non poteva pagare neppure il misero affitto del tugurio che aveva trovato in periferia. Non mangiava da due giorni. Era andato a casa sua, cioè di sua moglie, mettendo a tacere l’orgoglio, ma non gli era stato aperto. Anzi era stato minacciato! -“ Se non vai via, chiamo la polizia.. Non voglio che George si spaventi! “- George, suo figlio di sette anni, si vergognava di avere per padre un “ fallito”. Lo aveva gridato irritato, l’ultima volta che aera andato a trovarlo… un secolo prima! Solo, neppure i soldi per una sbronza... l’ultima! Recriminava contro il destino… era stato sempre un abile venditore, ma non era riuscito a piazzare l’articolo più importante: se stesso !! Mentre era in preda a simili pensieri, aveva raggiunto la parte più malfamata della città. Un quartiere che era animato, di notte, da anime maledette. Lo guardavano, lo soppesavano, ed alla fine anche loro lo respinsero… decidendo la sua condanna a morte! Gli si avvicinò una donna di apparente mezza età, minigonna inguinale rossa che le fasciava larghe fette di cellulite, maglietta di tre misure più piccola, con una profonda scollatura. Lo soppesò, poi a bassa voce: –“ Sei proprio disperato se sei arrivato sin qui! Anche se sei malandato, si vede che questi quartieri non ti appartengono.”- Vide negli occhi dell’uomo il rifiuto –“Non ti conviene mandarmi via, eppure non puzzi di alcool, sei poco furbo! Fammi compagnia! Solo la dolce Margie ti può proteggere qui! Da solo faresti pochi passi .. finiresti con il petto squarciato da una coltellata… e spogliato delle miserie che hai indosso! “- Gli si aggrappò premendo un grosso e maleodorante seno sul braccio e rise sguaiatamente riprendendo a parlare a alta voce: –“ Si! Ti farò provare il piacere che non hai provato… vecchio porco…. Da quando tempo non ti facevi vivo.. che fine avevi fatto?… Margie non si dimentica, vero? E sei ritornato…”- A questa sparata della donna, si videro delle ombre dileguarsi furtive allontanandosi dai due… Solo allora Nick, sgomento, si rese conto del pericolo corso…. Si fece trascinare dal donnone in un appartamentino lurido e puzzolente.